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di Davide Varì- Liberazione Il più deciso è Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl. Questa storia dei rapporti tra le Farc, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia, e il partito della rifondazione comunista proprio non lo convince. Vuol vederci chiaro, Gasparri, e per capire bene quale trama segreta si nasconda dietro questa oscura vicenda ha chiesto un'interrogazione parlamentare urgente: «Si impongono chiarimenti urgenti anche in considerazione della sicurezza interna nel nostro Paese - ha dichiarato Gasparri - il cui impegno nella lotta ad ogni tipo di terrorismo viene ostacolato dalla condotta di esponenti di vertice di rifondazione comunista». Deve aver passato il fine settimana a leggere e rileggere il sedicente scoop pubblicato tre giorni fa su La Repubblica e a firma di Omero Ciai, l'uomo di An. Un lungo articolo che, sostanzialmente, accusa due dirigenti del Prc, Ramon Mantovani e Marco Consolo, di aver intrattenuto non meglio specificati rapporti con i vertici delle Farc. Con Raul Reyes in testa. Un rapporto, questo sì molto oscuro, spuntato fuori dai presunti database "segreti" e diffusi dal governo colombiano,dello stesso Reyes. Una storia talmente "top-secret" che i nomi in codice dei due dirigenti del Prc erano Ramon e Consolo. Insomma, un nuovo dossier che ha tanto l'aria di un nuovo affare Mitrokhin. Lo stesso che indicava Romano Prodi come uomo segreto del Kgb in Italia. Stessa credibilità e stessa opacità. Eppure, Gasparri, avrebbe potuto chiedere delucidazioni sui presunti rapporti segreti con le Farc direttamente a Dario Rivolta, suo compagno di partito e già rappresentate di una delegazione parlamentare che nel maggio del 2000 si è recata in Colombia per incontrare, oltre ai vertici istituzionali colombiani, uomini delle Farc: «La delegazione - è scritto nella relazione parlamentare - ha anche svolto una missione nella zona smilitarizzata del Caguàn, per realizzare i seguenti incontri: Comandante capo delle Farc, Manuel Marulanda; e Rappresentante delle Farc al tavolo di pace, Raul Reyes». Ed ancora: «L'incontro con i vertici delle FARC, Manuel Marulanda e Raul Reyes, ha confermato la rilevanza che anche la guerriglia attribuisce al ruolo dell'Europa e dell'Italia, che possono contribuire, ad avviso degli interlocutori, a consolidare le trattative di pace». Insomma, è strano che nè il senatore Maurizio Gasparri nè il giornalista Omero Ciai siano a conoscenza dell'intensa attività diplomatica di Reyes. Un uomo che incontrava ministri e parlamentari di tutti i Paesi europei, Italia e Vaticano compresi. Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario di Rifondazione Paolo Ferrero che ha chiarito il proprio punto di vista sull'intera vicenda: «Le Farc non sono un'organizzazione terroristica e Rifondazione comunista ha sempre tenuto contatti con loro per favorire la pace. E di che ci accusa questo dossier del governo colombiano? - si chiede Ferrero - Di aver finanziato con 1400 euro le Farc? Di aver pagato le medicine ad un loro dirigente molto malato? Bene. A questo punto mi autodenuncio anche io: confesso di aver aiutato degli immigrati clandestini in Italia che avevano un grande bisogno di cure sanitarie». Tanto più che Ferrero dubita della decisione di includere le Farc nella lista nera delle organizzazioni terroristiche. «In quella lista dell'Onu entrarono grazie agli input degli Stati Uniti, sull'onda dell'11 settembre, che hanno portato poi alla guerra in Iraq e Afghanistan». Poi i rapporti col Prc: «Con le Farc Rifondazione teneva solo rapporti politici, stretti all'epoca del processo di pace ma andati avanti anche quando quel cammino si è interrotto. Una scelta che rivendico in toto. Ramon Mantovani, nostro deputato nella commissione Esteri, ne ha sempre puntualmente informato il presidente della Camera. Casini prima, Bertinotti poi». Condividi