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ROMA - Ingrid Betancourt arriva in Italia per incontrare quanti si sono impegnati per la sua liberazione e, puntuale, spunta un presunto “dossier” che si baserebbe su documenti trovati nel computer di Raul Reyes, numero due delle Farc, ucciso il primo marzo scorso; dossier che a quanto si dice sarebbe stato confezionato dal governo colombiano e nel quale si accuserebbe Rifondazione Comunista di connivenza con le Farc (Forze armate rivoluzionarie) che avevano rapito la stessa Betancourt e che, in quanto dedite ai sequestri e al traffico di droga sono annoverate dall’Onu fra le organizzazioni terroristiche. La notizia è ghiotta e non poteva mancare chi si è gettato prontamente su di essa, primo fra tutto il quotidiano la Repubblica che l’ha enormemente dilatata. Come non poteva mancare fra gli speculatori la destra italiana chi, come il noto garantista e democratico Maurizio Gasparri che considera la magistratura italiana al pari di una “cloaca”, ha annunciato una interrogazione urgente al governo a questo riguardo. Facciano pure, Rifondazione Comunista non ha nulla da temere per il suo operato, come hanno immediatamente chiarito alcuni dei suoi massimi esponenti, compreso il segretario nazionale Paolo Ferrero. Il partito non nega certo di aver cercato di stabilire contatti con le Farc, ma al solo scopo di favorire la liberazione della Betencourt. Iniziativa – ha spiegato con dovizia di particolari all’Unità Ramon Mantovani, che fu responsabile esteri del partito fino al 2001, e poi capogruppo nella Commissione Esteri della Camera fino al 2006, che erano ben noti a tutti: al Parlamento nella sua interezza, ai Presidenti delle due Camere, ai vari governi che si sono succeduti. Per fare questo ha cercato di riannodare i fili di un rapporto che con le Farc si era interrotto bruscamente alla fine degli anno ’90, proprio perché nettamente contrari con la prassi dei sequestri inaugurata da quella organizzazione e che Rifondazione Comunista ha nettamente condannato fin da subito. Perciò Mantovani ha giustamente sostenuto che associare Rc alle Farc è un’operazione del tutto strumentale, rivelando che “Tutti i sottosegretari agli Esteri competenti, sia del governo Berlusconi che del governo Prodi, da Baccini a Donato Di Santo, sono sempre stati a conoscenza delle nostre attività…”. Quanto al resto, Mantovani ha aggiunto: Non so cosa sia quello che viene definito dossier. So soltanto che all’inizio di agosto il ministro degli Interni colombiano in un’intervista televisiva ha detto di essere perfettamente a conoscenza delle mie iniziative e di avere incontrato in passato me e lo stesso Reyes a Roma”. Non meno esplicito Gennaro Migliore, successore di Mantovani come responsabile esteri di Rc dal 2001 al 2006, nell’escludere che i rapporti con le Farc abbiano avuto un fine diverso da quello perseguito in altre aree del mondo, ovvero “promuovere processi di pace e risolvere i conflitti. “Io stesso – ha aggiunto Migliore – incontrai Reyes prima del 2001, e all’epoca nei contatti erano impegnati anche delegati del governo di Bogota”. Migliore, che ha escluso anche eventuali iniziative parallele da parte di altri esponenti di Rifondazione che siano andate al di là del puro aspetto negoziale, ha aggiunto di aver seguito personalmente quegli sviluppi e che quelle attività erano coordinate da lui, di concerto con Mantovani che agiva a livello parlamentare. Migliore ha naturalmente respinto l’accusa di aver finanziato le Farc, precisando al riguardo: “Abbiamo solo pagato le cure mediche a un loro rappresentante ricoverato in Svizzera, per una somma di 1.400 euro”. Quindi ha concluso: “A volte ci sono azioni di cui ci si può rammaricare, ma la validità delle nostre iniziative di politica estera dal 1998 in poi è stata riconosciuta da mezzo mondo”. Più che opportune, quindi, le considerazioni in merito di Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rc. “Non capisco se chi scrive – ha detto riferendosi palesemente a Repubblica – si renda conto che rischia il ridicolo”. Ribadendo anch’egli che i la ripresa dei rapporti con le Farc puntava a riprendere il filo del dialogo e aggiungendo a conclusione: “Non capisco perché quando lo fa la comunità di Sant’Egidio o Emergency va bene se lo fa Rifondazione fa male” Condividi