scuola musica.jpg
FOLIGNO – “Apprendiamo che nel bando per la selezione dei docenti della scuola di musica di Foligno è previsto un criterio che assegna ben 10 punti su 100 ad “eventuali riduzioni sul compenso massimo”: insomma, con i criteri utilizzati per scegliere gli insegnanti, verrà premiato chi accetta di essere pagato di meno”. Per l’Associazione “Luciana Fittaioli” tutto ciò è estremamente grave e merita più di una riflessione. “In questi mesi - si spiega in una nota-, ci siamo trovati spesso a denunciare i preoccupanti fenomeni di disgregazione sociale che stanno colpendo il territorio di Foligno e che vedono, come causa principale, proprio la crescente precarietà nel lavoro e nella vita. L’insicurezza, il senso di sfiducia, i fenomeni di atomizzazione che si stanno registrando da tempo, sono senza dubbio legati alla crisi della realtà produttiva del folignate, le cui conseguenze vengono scaricate sempre e totalmente sulle spalle dei lavoratori”. “In questa situazione di difficoltà, abbiamo sempre auspicato un protagonismo ed una capacità di iniziativa da parte delle Istituzioni pubbliche, perlomeno per arginare l’utilizzo delle forme di lavoro precario. Ben consapevoli della limitatezza degli strumenti che hanno gli amministratori locali per fronteggiare la “crisi sociale” che colpisce il nostro territorio, siamo però altrettanto convinti che le Istituzioni, con la loro azione, possano contribuire alla tenuta del livello di coesione cittadina, con scelte che possono essere ricche di significato non solo sul piano economico e sociale, ma anche culturale”. “Nella vicenda della scuola di musica, invece, scopriamo che il Comune, anziché farsi carico della stabilizzazione dei lavoratori e di una efficace e reale lotta alla precarietà, sembra riesumare vecchi ed odiosi strumenti del caporalato: “assumo chi accetta di essere pagato di meno!”. “Se questa è la logica che segue il pubblico, quale credibilità potrà mai avere il Comune di Foligno nel fronteggiare la situazione della Rapanelli, della Merloni o della Town Life (ammesso poi che ci si voglia impegnare)? E che credibilità potrà mai riscuotere, soprattutto, agli occhi dei propri cittadini sulle questioni del lavoro e della lotta alla precarietà?” “È evidente, allora, che siamo ormai di fronte ad un’involuzione, culturale e sociale, che sembra a questo punto colpire anche le istituzioni pubbliche. Tutto ciò è estremamente preoccupante: assistiamo, oramai, anche da parte della pubblica amministrazione, a scelte il cui unico significato è la totale mercificazione dell’uomo e del suo lavoro”. Condividi