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di Enrico Flamini Segretario Provinciale Prc Perugia Dall’iniziativa della Festa di Liberazione di Villastrada su “questione salariale e riforma contrattuale” è partito un chiaro segnale politico da parte di Rifondazione comunista di Perugia: no ad ogni tentativo di togliere forza al contratto nazionale e mobilitazione sulla questione salariale nella provincia di Perugia, territorio in cui lavoratori e pensionati percepiscono mediamente un salario mensile inferiore del 10% rispetto ai salari medi dei lavoratori del centro-nord. Alcuni dati significativi: dal 1995 al 2006 le retribuzioni per dipendente sono aumentate del +0,4%, i profitti netti per dipendente del +8,1% (da “I salari dal 2002 al 2007” – Ires Cgil, 19 novembre 2007); tra il 1992 e il 2006 l’indice dei prezzi al consumo è aumentato del +49% (da “Italia-Europa. Salari, prezzi, produttività. Ires Cgil); dai dati dell’OCSE si evince che la produttività del lavoro dipendente privato in Italia non solo non è diminuita, ma è aumentata dal 1998 al 2007 del +2,9%; in Italia i salari sono inferiori di quasi il 20% alla media OCSE e il divario si allarga se si parla di potere d’acquisto (-22%). Su queste premesse è del tutto evidente che la questione salariale vada affrontata legandola alla contrattazione collettiva senza rimandare alla contrattazione aziendale aumenti salariali legati alla produttività. Tra l’altro la contrattazione di secondo livello interessa solo una parte del sistema imprenditoriale che, come è noto, è formato da aziende che non arrivano nemmeno a dieci dipendenti e che non sono sindacalizzate. Inoltre, come dimostrano i dati, alla crescita della produttività non è corrisposta una crescita del potere di acquisto di salari e pensioni, bensì un enorme spostamento della ricchezza verso i profitti: circa il 30% della ricchezza prodotta si è spostata dal mondo del lavoro alla rendita finanziaria. Per questo dichiariamo la nostra contrarietà all’idea di superamento del contratto nazionale di lavoro, obiettivo dell'attuale governo e di Confindustria. perseguito anche attraverso il tentativo di dividere l’unità sindacale e di isolare la Cgil nella trattativa della riforma contrattuale. Con Berlusconi infatti tornano in campo gli accordi separati: un ritorno prevedibile, partito questa volta dall’accordo separato sul commercio. Nella provincia di Perugia proponiamo, dunque, alle forze sociali e politiche della sinistra di rilanciare da subito il movimento di lotta per il salario e il ripristino di un meccanismo di recupero automatico del potere di acquisto delle retribuzioni e delle pensioni ( ”nuova scala mobile”), contro lo sfruttamento del lavoro precario (compreso il lavoro autonomo), a difesa del contratto nazionale di lavoro. Condividi