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Sarà all'insegna della musica italiana la quindicesima edizione di Umbria Jazz Winter che comincerà a Orvieto venerdì prossimo e proseguirà fino a Capodanno proponendo cinque giorni di immersione totale nella musica, anche al di là dell'ortodossia jazz. Anzi, il tratto distintivo della manifestazione è quest'anno la presenza di tre cantanti italiani, Gino Paoli, Andrea Mingardi e Mario Biondi, in veste di crooner il primo (circondato da una all star che comprende Enrico Rava e Danilo Rea) e di soulmen gli altri due. Per il resto, Umbria Jazz ritaglierà una rassegna nella rassegna per Rava, che oltre che con Paoli suonerà in duo con Stefano Bollani e con i suoi due abituali quintetti, quello che ha inciso gli ultimi lavori per Ecm ed il New generation quintet con i giovani emergenti della scena italiana. Altri ospiti di Umbria Jazz saranno Bollani con il sestetto, gli High Five, Gianluca Petrella con la Cosmic Band (un omaggio al free jazz esoterico di Sun Ra). Curiosa inoltre la presenza di due pianisti, Renato Sellani e Alessandro Lanzoni che insieme rappresentano la storia (l'anziano Sellani, una carriera di sessant'anni alle spalle) ed il futuro (il quindicenne fiorentino Lanzoni) del jazz tricolore. Con il trio di Sellani, in veste di special guest, un altro ''senatore'' come il sassofonista Gianni Basso. Tra le proposte più interessanti, il duo Petra Magoni-Ferruccio Spinetti (il bassista di Avion Travel) in una inconsueta formula voce-contrabbasso, e la collaborazione di Javier Girotto (sax) e Luciano Biondini (fisarmonica) con l'ensemble di archi diretto da Paolo Silvestri. Tra gli altri italiani, la street band Funk Off, il giovane organista perugino Francesco Fabbri, la Pepper Band di Jimmy Villotti (per tanti anni il chitarrista dell'orchestra di Paolo Conte), l'orchestra Jive Gangsters of swing. Tra gli americani, il personaggio di spicco sarà Joe Lovano, resident artist del festival alla testa di un quintetto non convenzionale con la moglie, la vocalista Judi Silvano, e due batteristi. Musicisti stabili a Orvieto anche l'organista Hammond Dr. Lonnie Smith, ed il pianista Gerald Clayton, che si esibirà con il suo giovane trio ed in duo con il più famoso genitore, il contrabbassista John. Al jazz più ortodosso e' votato invece il sestetto One for All, guidato dal sassofonista Eric Alexander. Uno degli appuntamenti fissi del festival è il coro Gospel, che sarà protagonista anche del concerto del pomeriggio di Capodanno nel duomo orvietano. Il coro viene da Nashville ed è guidato dal Reverendo Dr. Bobby Jones, già vincitore di un Grammy e personaggio di spicco del movimento della musica religiosa Nera. Condividi