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Nel solo mese di agosto, cioè in tre settimane, in questo paese sono state uccise dal lavoro 32 persone, lavoratori, che non sempre riportavano a casa più di 1000 euro al mese. Fino ad oggi, dall’inizio del 2008, i morti sul lavoro in Italia sono stati 666, gli infortuni 16660. A fronte di queste raccapriccianti cifre, qualsiasi persona di buon senso, dotata di una “umanità” appena sufficiente dovrebbe chiedersi dove va il nostro Paese, quale cultura lo presiede, di che cosa si occupano i grandi apparati dell’informazione e della comunicazione, cosa fa il governo, dov’è la politica. Ovviamente sono affaccendati in tutt’altre questioni, il più delle volte ‘cazzate’ per intorpidire l’opinione pubblica e inibire il suo senso civico, per trasformare i cittadini in consumatori. E’ in corso una guerra contro il lavoro, con centinaia di morti, centinaia di migliaia di feriti, ma l’attenzione e le preoccupazioni sono rivolte altrove. E’vero, esiste un problema di sicurezza urbana, ma tutti i dati ufficiali danno i crimini in diminuizione, e comunque questo problema è alimentato da una campagna allarmistica e strumentale ossessiva che alimenta l’insicurezza, la paura del diverso, la lotta ai più poveri, un razzismo vergognoso e ripugnante. C’è da chiedersi qual’è il problema centrale per la sicurezza, tanto da mobilitare l’ esercito, quello urbano o quello delle fabbriche e dei cantieri dove si muore quotidianamente?. Il governo Berlusconi ha già deciso, altrimenti non si spiegherebbe l’avvio dello smantellamento della normativa sulla sicurezza sul lavoro, e così come richiesto dalla Confindustria, la controriforma del Testo Unico della Sicurezza del lavoro. Smantellare le norme a salvaguardia della salute dei lavoratori e dare mano libera alle imprese, questa è la politica delle destre. In questo clima si spiega il licenziamento in tronco del ferroviere Dante De Angelis; licenziato perchè ha fatto il suo dovere, denunciando lacune e cercando di prevenire situazioni di pericolo per i lavoratori e i cittadini utenti. Un licenziamento che le Trenitalia deve ritirare. Sconcertano le dichiarazioni dell’On Matteo Colaninno del PD, giovane imprenditore, ministro ombra allo Sviluppo Economico di Veltroni: “Credo che il principio sia giusto. Se sono state commesse infrazioni gravi devono essere sanzionate”. Colaninno fa tutto un minestrone tra campagna antifannulloni e licenziamenti Trenitalia, proprio per questo occorre Rifondazione Comunista e una nuova e forte opposizione sociale e politica a tutti i neoliberismi. Condividi