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di Luisa De Biasio Calimani Urbanista, del Consiglio Nazionale di Sd Gli imbrogli sono sempre riprovevoli, ma quando avvengono a danno dei soggetti più deboli sono imperdonabili. Il “Piano Casa” di Berlusconi /Tremonti è la quintessenza del modus operandi del Governo di centro destra basato: - sulla menzogna perché sostiene di incrementare il patrimonio edilizio vendendolo. L’articolo 2 prevede infatti: “l’incremento del patrimonio abitativo di edilizia con le risorse anche derivanti dalla alienazione di alloggi di edilizia pubblica .. ” E’ noto che con il ricavato della vendita di 4 alloggi ERP se ne costruisce uno. Ma anche questo uno non è precisato se sarà pubblico. Smantellare l’edilizia sociale costruita con i soldi dei lavoratori (ex trattenute GESCAL) è il contrario di ciò di cui oggi ha bisogno il Paese e le famiglie italiane il cui reddito è pesantemente eroso dal “costo casa”. - sulla truffa perché usa le poche risorse che il Governo Prodi aveva già destinato all’emergenza sfratti e che avrebbero procurato 12000 alloggi prima della scadenza della proroga (ottobre 2008) alle famiglie sfrattate, assicurando il passaggio “da casa a casa” previsto nel Piano Di Pietro/Ferrero. Si sarebbero così evitati i drammi che colpiscono le persone, soprattutto bambini e anziani, che non possono affrontare gli affitti del libero mercato. I prezzi insostenibili per le famiglie con reddito medio e basso sono la ragione degli sfratti per morosità che costituiscono l’80% del totale. - su modelli vecchi che hanno dimostrato tutta la loro inefficacia ai fini della soluzione del problema abitativo perché non rispondono alla domanda di case in locazione a basso costo. Il Piano infatti ha solo lo scopo di incrementare l’edilizia residenziale, senza alcun fine sociale. Il concetto è chiaramente e costantemente espresso in ogni articolo: Art 2 . ll piano è rivolto all’incremento del patrimonio immobiliare ad uso abitativo attraverso l’offerta di abitazioni di edilizia residenziale, .., con il coinvolgimento di capitali pubblici e privati, destinate prioritariamente a prima casa.. (Ci mancherebbe che fossero destinati anche alle seconde case!!!) E ancora all’art. 3: “ ll piano nazionale di edilizia abitativa ha ad oggetto la costruzione di nuove abitazioni.. a) costituzione di fondi immobiliari destinati alla valorizzazione e all’incremento dell’offerta abitativa,....l’acquisizione e la realizzazione di immobili per l’edilizia residenziale” Nulla che faccia riferimento all’edilizia pubblica, o almeno in locazione a prezzi calmierati. Ma di edilizia residenziale è sovrabbondante il mercato, non occorre che ci si metta anche Tremonti ad incrementarla, se non con l’obiettivo abbastanza evidente di sostenere imprese immobiliari che vedono il declino dei loro lucrosi affari con lo scoppio della bolla immobiliare. Per il bene loro, Berlusconi/Tremonti hanno realizzato il geniale Piano Casa, illudendo qualche povera famiglia in difficoltà, che con altre 600000 è inutilmente in graduatoria per ottenere un alloggio popolare a canone sociale. - antifederalista perché sottrae a Regioni e Comuni le competenze già loro assegnate dal Titolo V della Costituzione. Ne è una pesante dimostrazione la disposizione che prevede che gli interventi siano attuati mediante “provvedimenti mirati alla riduzione del prelievo fiscale di pertinenza comunale o degli oneri di costruzione;” e ancora “ incrementi premiali di diritti edificatori finalizzati alla dotazione di servizi… per le superfici minime di spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi di cui al decreto del Ministro dei lavori pubblici 2 aprile 1968, n. 1444;” Ma questi spazi (gli standard) sono già dovuti per Legge. Che significa incrementare i volumi costruibili se si assicura la realizzazione dei servizi? Chi costruisce deve già assicurare i servizi senza alcun incremento di volume. Qualche costruttore-immobiliarista potrebbe pretendere d’ora in poi che il Comune gli aumenti i metri cubi per fare ciò che è imposto dalla Legge. Persino la “Bucalossi” viene messa in discussione. Le risorse dei Comuni per le opere di urbanizzazione e la manutenzione non sembrano più garantiti. Una bella “riqualificazione urbana” ci propongono Berlusconi/Tremonti con questo Piano antisociale e antiurbano. - antieuropeo perché non rispetta l’articolo 88 del Trattato della Comunità europea sugli aiuti di Stato che limita l’erogazione di finanziamenti pubblici alle azioni di sostegno ai soggetti “più svantaggiati” . Il Piano Casa di Tremonti/ Berlusconi invece li destina alle imprese e questo lede la concorrenza e il libero mercato che l’articolo 88 tutela e che l’imprenditore Berlusconi cerca di aggirare, fedele alla sua concezione di mercato libero solo per lui. L’unica volta in cui il Piano menziona l’edilizia sociale è allo scopo di aggirare gli articoli 87 e 88 del Trattato della Comunità europea relativo all’esenzione dall’obbligo della notifica degli aiuti di Stato, che non consente di finanziare l’edilizia residenziale tout court come cerca di fare in modo subdolo e illegittimo questo Piano, ma solo quella destinata alle categorie particolarmente svantaggiate. In sintesi: il Piano Di Pietro-Ferrero aveva privilegiato il recupero e il contenimento dell’uso di suolo, il Piano Tremonti sceglie le nuove costruzioni; aveva scelto la strada europea dell’affitto, Tremonti della proprietà; aveva privilegiato l’edilizia residenziale pubblica a canone sociale, Tremonti offre denaro pubblico agli imprenditori per costruire case (come non ce ne fossero già in esubero e invendute) senza porre limiti di prezzo e soglie di reddito per gli acquirenti; aveva previsto l’utilizzo delle aree del demanio militare dismesse e assicurato una percentuale di edilizia sociale in tutti i nuovi interventi come standard obbligatorio, Tremonti lo ripropone, ma rifugge da ogni politica indirizzata a dare una casa a quei cittadini, in continuo aumento, che non possono pagare mutui o affitti che erodono i già bassi stipendi e pensioni. Questo Piano Casa rappresenta una profonda involuzione culturale nelle politiche abitative, sottrae le risorse destinate all’emergenza sfratti, incita alla svendita del patrimonio ERP riducendo il misero patrimonio che comprende 20000 alloggi vuoti inutilizzati e degradati (l’edilizia pubblica è in Italia al 4%, al 36% in Olanda, 20% è la media europea), favorisce la proprietà (in Italia già all’80%) rispetto alla locazione, costringendo famiglie e giovani coppie a contrarre mutui che non saranno in grado di pagare, lascerà senza casa le famiglie sfrattate. Un provvedimento indegno che acuirà la grave emergenza abitativa e consegnerà milioni di Euro agli immobiliaristi. Condividi