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di Gianluca Graciolini Segreteria Prc Gualdo Tadino GUALDO TADINO – Apprezziamo e condividiamo il deciso intervento del Segretario provinciale della CGIL Mario Bravi che rilancia l’allarme sulla grave crisi economica e sociale di Gualdo e della Fascia appenninica. La vicenda della Merloni su tutto con lo spettro della chiusura degli stabilimenti e la perdita di migliaia di posti di lavoro nell’intero territorio si accompagna all’ormai endemica crisi del settore della ceramica che ha visto nell’ultimo anno un’ulteriore perdita di una cinquantina di posti di lavoro, nonostante i buoni trends della Tapina, ed alla fine oramai alle porte del ciclo produttivo legato alla ricostruzione. A questa situazione si lega poi la crisi conseguente dei vari e consistenti indotti, prevalentemente artigianali e di servizio, dove pur vi sono operanti centinaia di aziende ed altrettanti occupati. E’ l’intera struttura produttiva, la base economica stessa di un intero territorio a segnare il passo e a determinare un serio aggravamento delle condizioni materiali di magliaia di lavoratrici e di lavoratori e della stessa coesione sociale di un buon pezzo di Umbria. E’ il modello stesso dello sviluppo economico fin qui sedimentatosi nella nostra Città ad entrare in corto circuito. Tutto ciò si sovrappone, drammaticamente e con conseguenze che possono diventare ancor più letali, ad una crisi e ad una recessione economica specifica del nostro Paese ed ancor più di livello internazionale, all’aumento dei prezzi al consumo, all’andamento del prezzo del petrolio e dell’energia che sacrifica anche le stesse possibilità di ripresa delle aziende, a condizioni materiali delle persone oramai oggettivamente insopportabili per il carovita e per l’inadeguatezza strutturale dei salari, degli stipendi e delle pensioni in rapporto all’andamento reale dell’inflazione, ad una insufficienza conclamata del nostro sistema di protezione sociale. L’allarme della CGIL è in linea con quanto Rifondazione con forza sostiene ininterrottamente oramai da un quinquennio: occorrono delle risposte serie e decise da parte della Regione dell’Umbria, in prima battuta, e dello stesso Governo nazionale, almeno per quanto riguarda interventi seri da porre in essere immediatamente sul caso Merloni e la ceramica. Non basta a questo fine e per sollevare la più alta delle attenzioni che favorisca misure ordinarie di programmazione industriale e straordinarie di intervento in termini di politiche economiche e sociali, la convocazione di un tavolo operativo regionale: occorre la più forte delle mobilitazioni politiche, sociali ed istituzionali che chiami gli enti locali, le organizzazioni sindacali, le lavoratrici ed i lavoratori, l’intera società civile locale all’atto più forte, più solidale e più concreto che resta da compiere. Occorre uno sciopero generale di territorio da convocarsi a settembre, alla riapertura delle fabbriche e degli uffici. E occorre un di più di approfondimento da parte della Regione: proponiamo la convocazione di un Consiglio regionale straordinario ed urgente sulla crisi dell’Alto Chiascio che lambisce l’intera fascia appenninica fino a Foligno. Non si tratta, ovviamente, solo di esternare preoccupazioni, declamare piagnistei ed attestati oramai paradossali di impegno: servono risposte forti ed urgenti. Le due iniziative si basino su una piattaforma politica e sociale centrata su una programmazione industriale diretta ad investimenti innovativi sul versante della diversificazione produttiva; su un piano di interventi volti a completare definitivamente la rete infrastrutturale, viaria e ferroviaria, in perenne ritardo e con forti criticità; su una programmazione seria relativa all’installazione e all’utilizzo delle energie alternative, a partire dall’eolico, che dia la possibilità a questo territorio di attrarre investimenti industriali innovativi e di qualità; su una programmazione che sostenga le azioni, ancora timide, dei soggetti locali sul versante della filiera Turismo, Ambiente e Cultura; su un piano straordinario di misure sociali volti da una parte a contrastare le conseguenze della crisi a partire dalle nuove e diffuse povertà ad essa legate ma anche a favorire sperimentazioni nuove e produttrici di reddito sul versante dell’economia sociale e dei servizi. Il Circolo del PRC di Gualdo Tadino annuncia un’iniziativa specifica e forte nel mese di settembre aperta al contributo dell’intera cittadinanza, degli enti locali, delle forze sindacali per promuovere le due iniziative. Su questa proposta, Rifondazione lavorerà intensamente nei prossimi mesi, anche dentro il processo di ricostruzione unitaria della sinistra, restando a disposizione per ogni mobilitazione che le stesse forze sindacali vorranno mettere in campo. Condividi