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di Marco jacoviello Chi ha pensato che i fantasmi siano di casa soltanto all’opera, faccia un passo a Gualdo Tadino e si interroghi sulla scuola comunale di musica che da più di un anno giace nel dimenticatoio di una giunta collassata all’inverosimile. Certo, perché se il responsabile della cultura è un idraulico, il rischio di far acqua da ogni parte si è avverato. Veniamo ai fatti: Nell’autunno 2006 si organizzano riunioni tra responsabili dell’amministrazione e genitori degli studenti in cui viene annunciata la “momentanea” chiusura della scuola di musica per mancanza di fondi. La verità venne più tardi a galla per intervento dell’opposizione, intervento mai smentito, secondo il quale i 65mila euri destinati alla scuola, che tra l’altro porta il nome dell’illustre musicologo gualdese Raffaele Casimiri, servirono per tamponare la falla provocata dal debito della Protadino. Il risultato , da allora, è sotto gli occhi di tutti: un selvaggio proliferare di “scuolette” private, e un buco nero nel settore del pubblico che l’amministrazione di sinistra non è stata in grado di risolvere .E’ il caso di ricordare che la cultura non può essere improvvisazione, neppure ispirazione, ma seria ed accurata programmazione? Che non ci si può inventare da un giorno all’altro referenti della cultura, e neppure sulla base di un’adesione “plebiscitaria” di poche centinaia di voti, senza neppure avere un’identità cognitiva conquistata con il sacrificio dello studio e della ricerca? Il risultato più evidente è che il disavanzo tragico di questa gestione fallimentare ha permesso ai teodem del PD un’allegra convivenza, creando i presupposti di una loro candidatura per le future elezioni: bella sinistra a Gualdo, che dovrebbe rileggere le pagine profetiche di Gramsci sul rapporto tra musica e politica! Ma per leggere Gramsci ci vorrebbe almeno una scuola di partito ed un’alfabetizzazione elementare destinato a quei reggitori della cosa pubblica che umiliano chi della politica e della cultura ha alti concetti.. Sono tuttavia convinto che, almeno su questo punto,la sinistra arcobaleno di Gualdo Tadino, finalmente più emancipata dalla tettonica politica precedente, si è dimostrata sensibile e finalmente combattiva. A questo punto mi preme evidenziare un pensiero che forse sfugge ai più: cos’è una scuola comunale di musica? Non è la cenerentola del Conservatorio, non si muove con l’ambizione di creare figure professionali, non dipende dal Ministero di stato, nella pratica di insegnamento non considera prioritari i programmi definiti da valutazioni e scadenze di fine anno, non possiede un organico di docenti di ruolo. La specificità della scuola di musica chiede innanzitutto allo studente iscritto liberamente ai corsi che intende frequentare la disponibilità a vivere un’esperienza diretta secondo i propri tempi fisiologici di apprendimento. Non c’è usura di richiesta che porti ad improbabili selezioni, non ci sono consegne indiscutibili: chi ama la musica trova sempre la propria disposizione d’animo e l’adeguato supporto tecnico perché è seguito dal docente -di strumento, di canto, di solfeggio- senza atteggiamenti bacchettoni che tragicamente producono attriti defettivi , ansia di prestazione, nevrosi scolastiche, minacce punitive. No. La scuola di musica non è assolutista. Essa guarda innanzitutto allo studente, non al programma, lo segue nel suo tempo ciclico che è fatto di improvviso apprendimento accelerato , di drammatici ritorni all’errore , misto di entusiasmo e di stanchezza, in cui la variabilità individuale non è mai messa in discussione , anzi, rappresenta la sua vera peculiarità didattica, un’esclusività irrinunciabile e per certi aspetti invidiabile . Accanto a questi aspetti tecnici, la scuola comunale di musica promuove una forte aggregazione sociale. Invito tutti a presenziare ad una fine prova di musica: gli studenti sono gli ultimi a lasciare il loro posto, continuerebbero ancora se non fosse che il tempo è sempre tiranno, sviluppano motivazioni allo stare insieme perché “è bello suonare insieme”, perché la musica , nella sua natura, è già un insieme di ritmo, armonia, melodia e timbro. La musica non è mai sola esattamente come solo non è mai chi ne cerca la compagnia. Gli esercizi, la progressione tecnica, il miglioramento estetico, la sicurezza esecutiva sono pura conseguenza. Ecco perché ritengo un gran male l’aver chiuso la Scuola dedicata a Raffaele Casimiri, proprio in un momento in cui si vorrebbero celebrare le virtù del gualdese che in epoca non sospetta recuperò la paternità della musica italiana sulla figura di Pierluigi da Palestrina. Vorrei anche richiamare tutti, ancora una volta, amministrazione comunale in testa, ad una responsabilità civica che chiama in causa il concetto stesso di sinistra: la civiltà della polis implica un valore etico che deve essere supportato da chi è chiamato alla guida politica. Un buon amministratore non chiude mai le porte alla bellezza e alla speranza. Musica è tutto questo. Condividi