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di Nicola Bossi Barbara Cicioni è forse è stata massacrata di botte perchè non voleva abortire il bambino che portava in grembo. E' il teorema che sta emergendo nel corso del processo a carico di Roberto Spaccino, il marito accusato di aver malmenato brutalmente la moglie all'ottavo mese di gravidanza. I fatti sono accaduti il 24 maggio del 2007 in un comune alle porte di Perugia: Marsciano. L'omicidio di Barbara all'apparenza sembrava una tragedia figlia dell'ennesima violenta rapina in villa. Roberto Spaccino - insieme ai suoi familiari - quella notta parlarono di un raid proprio mentre lui si trovava (intorno alle 22) a cambiare dei filtri nella lavanderia di famiglia. La porta finestra della villa era stata trovata aperta e con alcuni segni di infrazione; i comodini delle varie stanze erano stati ribaltati come se qualcuno cercasse qualcosa. In camera da letto: il corpo disteso di Barbara, con il suo pancione da quasi neo-mamma, tracce di sangue sulle lenzuola e la cassaforte (nascota dietro un quadro) aperta e svuotata. Ma alla rapina in villa non ha mai creduto il Pm Antonella Duchini. Non c'erano segni - a suo parere - di auto, di impronte esterne nell'abitazione e alcune telecamere smentirebbero l'orario di uscita dall'abitazione del marito. Per il Pm la rapina fu solo una copertura disperata ed elaborata dopo la morte di Barbara. E inoltre, tante testimonianze che parlavano dei difficili rapporti tra Barbara e Roberto. Voci che trovarono riscontri in una denuncia fatta ai carabinieri dove la donna parlo di continui maltrattamenti fisici e morali. Schiaffi e pugni anche per le cose più banali. Ma Spaccino non ha mai confessato le sue eventuali responsabilità nonostante il carcere duro e gli interrogatori fiume (anche di 10 ore). L'unica cosa che ha ammesso è che quella sera (l'ultima sera di Barbara e del suo bambino) ci fu un litigio violento. Ma nulla di più. Roberto in passato si era allontanato dall'abitazione alcuni giorni. La moglie era convinta che avesse un'altra donna. Chiese anche ad alcune amiche di aiutarla per seguirlo. Ma poi torno la pace tra i due. E fu concepita la bambina (la coppia aveva due figli di 4 e 8 anni). Tornarono di nuovo i problemi. Almeno stando alle dichiarazioni rese dai genitori di Barbara nell'aula di tribunale. "Spaccino chiese a mia figlia di abortire - spiega agli inquirenti Paolo Cicioni, padre di Barbara - sia per la seconda che per la terza gravidanza. Lui ha messo in discussione la partenità in entrambe le circostanze. Affermava che il nascituro non era il suo. Ma Barbara che era religiosa non volle mai interrompere la gravidanza. Lui la picchiava quando era incinta". Un rapporto di coppia ormai logoro e disperato, secondo i testimoni. La difesa di Spaccino - affidata agli avvocati Michele Titoli e Luca Gentili - ha sempre invece sostenuto la tesi della rapina in villa. Hanno fatto ricerche quella notte ed avrebbero trovato anche le tracce di una presunta banda di ladri che operò nel territorio quella notte. Secondo gli avvocati ci fu anche un'altro furto il 24 maggio, a pochi chilometri dalla casa degli Spaccino. Modalità da professionisti. Spaccino si trova da oltre un anno e mese nel carcere di Terni ed avrebbe fatto amicizia con un altro indagato eccellente: quel Raffaele Sollecito accusato di aver ucciso la ragazza inglese Meredith Kercher. Condividi