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di L.Spaccini Mentre continua ad indignare qualsiasi persona di buon senso la scandalosa richiesta di risarcimento avanzata dalla proprietà della Umbra Olii, un blitz dalla Guardia di Finanza ha permesso di inchiodare un’ azienda che sfruttava operai in nero e senza fornire adeguati dispositivi di protezione. L’azienda, un laboratorio artigianale di Gualdo Tadino specializzato nella lavorazione di manufatti in resina plastica, impiegava in nero due donne e cinque uomini, extracomunitari e non. Le Fiamme Gialle della tenenza di Gubbio sono intervenute proprio nel corso di una serie di sopralluoghi tesi a fermare il fenomeno del lavoro sommerso e, oltre ad accertare l’irregolarità delle posizioni lavorative dei presenti, gli uomini della Finanza si sono trovati dinanzi ad una palese violazione di qualsiasi normativa circa la sicurezza sul lavoro. Gli operai stavano lavorando in un locale privo di aspiratori, con le finestre chiuse e con l’aria satura della polvere derivante dalla carteggiatura dei manufatti. Gli operai, privi anche delle mascherine protettive per le vie respiratorie, erano completamente coperti dalla sottile polvere, così come tutto l’ambiente e gli oggetti presenti. Informati della situazione l’ispettorato del lavoro di Perugia e la Asl di Gubbio, dopo gli accertamenti effettuati da quest’ultima, gli uomini della Guardia di Finanza hanno posto sotto sequestro i locali che ospitano l’azienda e denunciato il titolare alle autorità giudiziarie. L’ispettorato del lavoro ha inoltre sospeso l’attività dell’azienda, che si ritiene sia ricorsa anche in passato all’utilizzo di dipendenti in nero. Condividi