Mentre i dati nazionali mostrano nel 2007 un calo di 15 mila 500 casi di incidenti sul lavoro rispetto all’anno precedente, la nostra regione segna purtroppo un triste primato: l'Umbria registra, infatti, un indice di frequenza di incidenti che colpiscono i lavoratori nei settori dell'industria e dei servizi, maggiore di quasi il 47 per cento rispetto alla media italiana. Un dato questo che testimonia l'entità del problema della qualità del lavoro nei nostri territori”. Stefano Vinti, capogruppo di Rifondazione comunista a Palazzo Cesaroni commenta allarmato “i dati che emergono dall'indagine Inail”. “Già nei mesi passati – osserva Vinti - avevamo rilevato il gap negativo tra i salari dei lavoratori umbri e quelli delle altre regioni che insieme al problema della sicurezza sul lavoro rappresentano due facce di una stessa medaglia che ferisce indelebilmente la qualità della vita e la civiltà per cui l'Umbria è conosciuta in tutto il mondo. A livello nazionale inoltre è illuminante l'analisi in dettaglio delle categorie più colpite: lavoratori parasubordinati (+ 13,6 per cento) e lavoratori interinali (+ 5,7 per cento). Una conferma di quello che Rifondazione comunista afferma da anni in merito all'incidenza della precarietà sulla sicurezza del lavoro. Ormai il re è nudo – continua il consigliere regionale - I profeti della dequalificazione del lavoro quale prezzo da pagare per lo sviluppo e il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori si scontrano con la dura realtà dei fatti. La parcellizzazione e la precarizzazione, lo svuotamento della contrattazione collettiva e nazionale non solo hanno regalato stipendi e salari da fame ma hanno inciso pesantemente sulla sicurezza nei luoghi di lavoro”. Per il consigliere Vinti è quindi necessaria “una rapida inversione di marcia attraverso una forte mobilitazione che contrasti le politiche del Governo Berlusconi, tese a dare il colpo di grazia al mondo del lavoro; nello stesso tempo occorre che in Umbria le istituzioni regionali e i sindacati umbri si attivino per un miglioramento netto delle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori e scongiurare la piaga degli incidenti sul lavoro”. Condividi