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PERUGIA - E' ripreso oggi pomeriggio in corte d' assise, con l'interrogatorio dei testimoni, il processo a Roberto Spaccino, accusato dell' omicidio della moglie Barbara Cicioni, uccisa quando era incinta all'ottavo mese nella notte tra il 24 ed il 25 maggio dell' anno scorso nella sua abitazione di Compignano. I primi ad essere interrogati sono stati due carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Todi, intervenuti nella villetta di Compignano nelle prime ore del 25 maggio quando ormai i medici del ''118'' avevano accertato che Barbara era morta. I due carabinieri hanno raccontato quanto successo e quanto da loro visto in quella circostanza. Hanno detto tra l'altro che alcuni cassetti dei mobili erano aperti ma di non avere trovato segni di effrazione su porte e finestre, tranne quelli gia' riscontrati in occasione del furto che era avvenuto nel gennaio precedente e che aveva fruttato un bottino di 6 mila euro. Uno dei due militari tra l'altro era intervenuto nella villetta di Compignano anche quando era stato denunciato quel furto. Spaccino, presente in aula e difeso dagli avvocati Michele Titoli e Luca Gentile, si e' sempre proclamato innocente, sostenendo che sua moglie e' stata uccisa da rapinatori entrati in casa mentre lui era uscito per alcune operazioni da svolgere nella lavanderia di famiglia. Domani e' in programma un' altra udienza (con inizio alle ore nove) durante la quale dovrebbero essere sentiti i genitori di Barbara ed altri parenti. Condividi