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di Gaetano Veninata PERUGIA – Schedare tutti i bambini rom, impedire la preghiera musulmana del venerdì, chiudere il centro islamico di viale Jenner a Milano, obbligare gli imam a recitare i loro sermoni rigorosamente in lingua italiana, introdurre nel nostro ordinamento il reato di immigrazione clandestina. Sono solo alcune delle fascistissime leggi che il liberale regno di Berlusconi IV vuole introdurre nel nostro ordinamento. Sono leggi pericolose, per tanti, troppi motivi. Tante voci si sono levate contro questi folli ritorni al passato: dalla Chiesa, dalle forze di opposizione (Idv più che Pd, Pd più che Udc, ma tant’è), dalla Sinistra (nei rari momenti nei quali non si parla di tessere false, di contraddizioni, di simboli: tutte cose importanti, ma mai quanto la vita di quella parte di società che i comunisti devono difendere: oggi - non dopo i congressi). Prendere le impronte ai bambini rom e sinti oltre che una barbarie intollerabile, è contrario a qualsiasi carta dei diritti fondamentali. Introdurre il reato di accattonaggio togliendo la patria potestà ai genitori che portano i figli a chiedere l’elemosina è semplicemente mostruoso. Un rapimento di massa di bambini, con annessa deportazione in strutture ovviamente bipartisan, ovviamente inumane: come i cari, vecchi Cpt. Significa essere ciechi di fronte alla base del problema: l’estrema povertà e disperazione di quei padri e di quelle madri costrette da un paese inospitale e razzista a cercare di sopportare i giorni passati in campi sporchi, con la polizia ai cancelli un giorno su due, con gli sguardi disgustati dei passanti in giacca e cravatta. Che magari, se si trovano a Perugia, vanno a discutere di appalti. La manifestazione indetta per oggi pomeriggio a Roma dall’Arci (dalle 17 alle 20 a piazza Esquilino) è il primo di una serie di gesti simbolici che devono far risvegliare la sinistra in questo paese. Perché la sinistra deve avere sulle sue spalle, sulle sue e interamente sulle sue, il compito di rispondere, parola per parola, gesto per gesto, all’orrendo regredire della società. A Roma, dunque, con l’Arci: una schedatura pubblica e volontaria, raccogliendo le impronte digitali di tutte le persone che condividono la protesta. Centinaia di impronte che verranno inviate al ministro con un messaggio: “Prendetevi le nostre impronte, non toccate i bambini e le bambine rom e sinti”. Un’iniziativa del genere sarebbe auspicabile anche a Perugia, magari indetta da Rifondazione. Magari. La questione del centro islamico di viale Jenner a Milano è più complessa e, se vogliamo, meno “realizzabile”. Quattromila islamici che occupano un marciapiede per pregare. Ecco il succo del problema. “E’ una questione di ordine pubblico”, afferma il ministro dell’Interno. “Siamo al ridicolo”, commenta giustamente il presidente della Provincia di Milano, Penati. Monsignor Gianfranco Bottoni, responsabile delle relazioni ecumeniche e interreligiose della diocesi di Milano, alza il tiro: “Solo un regime fascista o populista arriverebbe a tali metodi dittatoriali. Oso sperare che non siamo caduti così in basso”. Se pure la Chiesa di Ratzinger (ricordate il discorso di Ratisbona?) si sente in dovere di prendere posizione in maniera così netta, il ministro Maroni stavolta deve averla sparata grossa. Pensare di poter chiudere da un giorno all’altro il centro islamico più organizzato e famoso d’Italia, oltre che un abuso del diritto di culto sancito dalla nostra Costituzione, è una follia. Lamentarsi della mancata integrazione dei musulmani e poi chiudere un luogo di ritrovo e preghiera come viale Jenner a Milano è semplicemente assurdo. E’ esattamente lo stesso “errore” che fanno i leghisti che a Venezia cercano di impedire la costruzione di un’area organizzata per i rom. Errore? Freddo calcolo di menti razziste. Menti che giocano a incendiare. La Sinistra spegnerà l’incendio? O riuscirà addirittura a deviare le fiamme? Cerchiamo di arrivare prima di La Russa: “Nessun divieto di culto. Pretendiamo solo che i sermoni siano in italiano e di conoscerne il testo prima”. Rifondazione Comunista, a Perugia, città piena di rom, sinti, musulmani, ha il dovere di dire la sua. Attendiamo. Condividi