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Ha fatto entrare volontariamente in casa chi l'ha poi uccisa Ana Maria Temneanu, la rumena di 20 anni strangolata la scorsa notte in un palazzo di Madonna Alta. Un omicidio sul quale sono in corso le indagini della squadra mobile del capoluogo umbro che si concentra in particolare sul mondo della prostituzione. La giovane era giunta a Perugia due anni fa. Praticamente incensurata, era però già stata identificata nel corso di controlli per prevenire il fenomeno della prostituzione. Secondo quanto hanno accertato gli investigatori, la Temneanu avvicinava i clienti in strada e poi li conduceva nell'appartamento al quinto piano di un palazzo di Madonna Alta, zona residenziale non lontana dal centro di Perugia. La rumena abitava in un bilocale con una connazionale più o meno sua coetanea. E' stata lei a trovarla morta intorno all'una. La vittima era a terra in camera da letto, vestita seppure in maniera succinta. Dal primo esame del medico legale Laura Paglicci Reattelli è emerso che la vittima è stata prima colpita violentemente al volto, forse con un pugno, e poi strangolata. Accanto al corpo è stato trovato un laccio, probabilmente un cordino da tenda portato da fuori e con il quale era stato realizzato una sorta di cappio. Sulla porta la polizia non ha trovato segni di effrazione. Di qui l'ipotesi che Ana Maria abbia fatto entrare volontariamente in casa chi l'ha poi uccisa. L'allarme è stato dato con una telefonata al 113 dalla coinquilina. Sembra che questa, giunta a Perugia da un paio di mesi, non fosse però coinvolta nel giro della prostituzione. L'indagine - coordinata dal sostituto procuratore Daniela Isaia - ha accertato che le due sono uscite di casa insieme nella tarda serata di ieri. Poi si sono separate. Cosa sia successo successivamente è ancora al vaglio degli inquirenti ma al ritorno nel piccolo appartamento la giovane straniera ha trovato morta la sua connazionale. Tra le ipotesi prese in considerazione quella che la Temneanu possa essere stata uccisa da un cliente, ma non verrebbe scartata nemmeno la pista di un protettore. Circostanze ancora al vaglio della squadra mobile di Perugia diretta da Giorgio Di Munno. Sul luogo dell'omicidio si è recato anche il dirigente della sezione criminalità organizzata Marco Chiacchera. Condividi