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GUBBIO - L’assessore al personale Graziano Cappannelli interviene con alcuni chiarimenti in merito all’elenco degli incarichi affidati a consulenti e collaboratori esterni, pubblicati sul sito del Ministero della Funzione Pubblica, e riportati dagli organi di informazione locali. «Come riportato da alcuni quotidiani, la cifra di 58 mila euro che il Comune di Gubbio corrisponde per garantire quei servizi che l’amministrazione non riesce a produrre al suo interno, è piuttosto contenuta rispetto a quella di molti altri Comuni umbri. Già questo, e non lo afferma solo il sottoscritto ma lo si evince dai dati pubblicati, è motivo di merito in quanto sta ad indicare che la quasi totalità dei servizi riesce ad essere garantita dalla struttura comunale”. “Per di più – prosegue Capannelli - parliamo di servizi che il Comune continua a gestire direttamente e a non esternalizzare. Ma oltre a questo, va specificato che, in ordine a quella cifra, il ricorso alla consulenza è minimale e sostanzialmente irrilevante rispetto alla mole complessiva dell’operato della pubblica amministrazione eugubina. Infatti, una parte di ciò che i giornali hanno interpretato come “consulenze” non lo sono affatto, in quanto si tratta di attività didattiche di docenza, affidate a professori universitari, alti magistrati ed esperti di calibro nazionale, svolte all’interno della S.E.P.A. (Scuola Eugubina di Pubblica Amministrazione) e retribuite dietro presentazione di regolare nota, attraverso il fondo della SEPA, costituito dai contributi di tutti i Comuni associati”. “Tutto ciò permette – secondo Capannelli - un’alta qualificazione del personale amministrativo e il relativo aggiornamento professionale previsto per legge e per Contratto nazionale di lavoro, con una notevole riduzione dei costi attraverso l’utilizzo di una struttura formativa pubblica e locale. Ma ciò che preme sottolineare è il rispetto del principio del buon andamento della pubblica amministrazione, espresso dall’articolo 97 della Costituzione, il quale impone che l’azione amministrativa debba svolgersi secondo regole di buona amministrazione. Pertanto, la P.A. deve attenersi ai criteri di efficienza e di efficacia”. “L’efficienza – spiega ancora - è determinata dal rapporto che intercorre tra i risultati raggiunti dall’azione amministrativa e la quantità delle risorse impiegate. L’efficacia concerne, invece, la capacità di conseguire gli obiettivi che si erano preventivamente fissati. Pertanto, considerando le risorse economiche e quelle umane in dotazione al Comune, sono convinto che tali criteri vengano rispettati. Infatti, se si pensa che negli anni ’80 erano impiegati oltre 400 dipendenti, che ad oggi siamo sotto i 200, che i servizi erogati sono pressoché invariati, se non addirittura aumentati mentre le competenze notevolmente incrementate; se si pensa che il nostro territorio comunale è il settimo più grande d’Italia per estensione territoriale, che la popolazione ivi residente è di circa 33 mila abitanti e che il numero dei dipendenti comunali dovrebbe essere calcolato in rapporto alla popolazione, ossia 1 dipendente ogni 100 abitanti, si evince chiaramente che la macchina amministrativa è sottodotata”. “Facendo la debita proporzione – insiste l’assessore -, dovremmo avere circa 330 dipendenti. Nonostante questo, le risposte ai cittadini, a volte con qualche ritardo, non sempre quelle che si vorrebbero, vengono fornite e i servizi garantiti con personale interno. Questo dimostra che chi è stato legittimato a guidare questa macchina, è un buon pilota e che la stragrande maggioranza dei nostri dipendenti comunali sono qualificati e professionali. Fermo restando che, come in ogni azienda privata, i “fannulloni” esistono e su questi occorre intervenire con decisione e fermezza”. “Tutto questo – conclude - al di là delle “operazioni trasparenza”, dei proclami politici o delle strumentalizzazioni mediatiche fatte dal Governo nazionale e volte esclusivamente all’acquisizione del consenso elettorale. Invece di fare demagogia o attaccare continuamente il fondamento della identità italiana e cioè la nostra Costituzione, piuttosto applichiamola con buon senso. Si dovrebbero premiare i Comuni virtuosi, perché sono i dati ed i fatti che parlano e che dovrebbero consentire al “Tribunale Popolare” di esprimere il proprio giudizio senza condizionamenti.» Condividi