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di Lorenzo Materazzini Paolo Pacifici è il giovane sindaco di Rifondazione comunista - fede Vendoliana in vista del congresso di Chianciano - che amministra il comune di Campello Sul Clitunno, il territorio dove si registro il 25 novembre del 2006 la tragedia della Umbra Olii dove persero la vita ben 4 lavoratori di una ditta di manutenzione. Da allora oltre che a gestire una sorta di lutto che è difficile da archiviare nel tempo senza una verità definitiva, il sindaco deve gestire anche una domanda che molti cittadini - e lui stesso in primis - hanno posto dopo la tragedia. "E' compatibile la raffinazione e il sistema di produzione della Umbra Olii, dopo i terribili fatti del 25 novembre, con il territorio e la popolazione di Campello? Quanti rischi ci sono di un nuovo disastro umano e ambientale?". Una domanda su più livelli a cui Pacifici ha cercato una risposta attraverso le perizie del Ctu e della magistratura, proprio per non farsi contagiare dai dubbi politici e dai pregiudizi che inevitabilmente possono fare capolino in questa vicenda. Intervista alla sorella di Giuseppe Coletti di Lorenzo Materazzini "Mio fratello non si merita, dopo quel volo di 50 metri che gli ha tolto la vita, di essere incolpato per quello che è successo alla Umbra Olii. Il risarcimento? E lui in credito avendo pagato con la vita una normale giornata di lavoro": Lorena Coletti, sorella di Giuseppe, commenta così la richiesta di risarcimento chiesta dall'imprenditore Del Papa alle famiglie delle vittime del 25 novembre del 2006. Quel giorno persero la vita quattro operai all'interno di un oliificio di Campello sul Clitunno. A provocazione, Coletti, risponde con una provocazione: "Guardi io sono disposto a pagare il super-risarcimento a Del Papa, a condizione però che lui provi a resistere ad un volo di 50 metri, alle fiamme dello scoppio e che riporti in vita mio fratello. E' assurdo tutto questo? Sì, ma come la richiesta di risarcimento fatta a noi familiari". Lorena Coletti introduce anche quello che sarà il clima in aula il prossimo 11 luglio quando il tribunale deciderà se rinviare a giudizio oppure no l'imprenditore del Papa. "Dopo questo affronto non so proprio come potremmo serenamente affrontare l'udienza dell' 11. Già altre volte, per cose meno gravi, il presidente ha richiamato all'ordine. Noi ci saremo, non so se ci sarà anche Del Papa". Il clima è stato sempre molto teso tra le parti anche perchè non c'è stato mai neanche un incontro umano, secondo Lorena: "Non è mai venuto al funerale di nessuno dei quattro, non ha mai mandato neanche un biglietto o una lettera di condoglianze. L'unico volta che ha cercato un contatto lo ha fatto con la moglie di Giuseppe, mia cognata, dopo che questa era stata a Matrix. Nel suo scritto c'era scritto che dopo un anno il dolore doveva per forza di cose affievolirsi. Facile dirlo per chi è rimasto in vita o per chi non è costretto a recarsi tutti i giorni a pregare e piangere su una tomba". Lorena, nonostante la spada di Damocle che pende sulla testa sottoforma di risarcimento, non ha dubbi sulla non colpevolezza di suo fratello. "Non lo dico con il cuore di una sorella, ma con i fatti e con le perizie. L'Unipol, l'assicurazione, ha risarcito i familiari delle vittime dando la colpa alla società. Stessa cosa nelle perizie del tribunale dove si mette in risalto come mancassero degli elementi per la sicurezza dell'azienda a partire dal piano evacuazione fino ad arrivare ai cartelli più banali". Ma da quando il proprietario della Umbra Olii ha posto sul tavolo di un tribunale in sede civile la richiesta di un risarcimento super - 35 milioni di euro - nei confronti delle famiglie delle vittime e dell'unico superstite di questa disgrazia, l'interrogativo è cambiato. "Ha senso, nonostante l'esito delle perizie, - spiega il sindaco - che tali dirigenti, così sprezzanti della morte di quattro lavoratori e di un giudizio del tribunale sui fatti ancora non emesso, continuino ad operare sul territorio della nostra comunità? Così a caldo direi di no Condividi