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''Non possiamo che esprimere forti preoccupazioni per le recenti e gravi vicende giudiziarie che hanno investito il settore degli appalti pubblici nella provincia di Perugia'': comincia cosi' una nota congiunta dei segretari regionali di Cgil (Mariotti), Cisl (Bruschi) e Bendini (Uil). Le preoccupazioni dei sindacati umbri ''riguardano il merito dei fatti oggetto di indagine da parte della magistratura inquirente che, dagli indizi emersi, sembrerebbe profilare un quadro inquietante e pericolosamente compromesso su diversi piani: quello delle regole che sovrintendono ad un libero, aperto e corretto funzionamento del mercato; quello del rapporto tra parti della dirigenza e di strutture della Pubblica amministrazione ed imprese; quello del puntuale ed efficace esercizio delle funzioni di governo, indirizzo e controllo in capo alle prerogative della sfera politica''.Cgil, Cisl e Uil paventano pero' anche le ''pesanti e negative ricadute che potrebbero verificarsi non solo sulle attivita' del comparto delle costruzioni ma anche sull'intera economia regionale''. Le loro ''preoccupazioni'' si ''rafforzano e si estendono in considerazione dell'ipotesi di procedere al commissariamento o alla interdizione nei confronti dei legali rappresentanti delle quattro piu' grandi aziende coinvolte nell'inchiesta'' e quindi per ''gli esiti che ne potrebbero conseguire'', salvaguardando ''il principio di distinguere le responsabilita' personali dall'esigenza di salvaguardare il patrimonio aziendale''. I sindacati ricordano che il settore edilizio ''negli ultimi tempi ha indubbiamentesvolto un ruolo decisivo per la crescita economica ed occupazionale dell'Umbria'', ma ora ''attraversa una fase difficile di assestamento produttivo e di rallentamento congiunturale. Ad oggi sono oltre 30 mila i lavoratori e le lavoratrici direttamente alle dipendenze, nella nostra regione, di imprese edili e delle costruzioni. Un patrimonio, quello costituito dalle competenze e professionalita' dei lavoratori oltre che dal complesso del tessuto produttivo, che va opportunamente difeso e tutelato. A partire dai lavoratori delle imprese sotto inchiesta giudiziaria che vivono, improvvisamente, una condizione di grande incertezza per il loro futuro e da quelli, che tale condizione potrebbe rapidamente coinvolgere, delle numerose aziende che fanno parte dell'indotto''. Per Cgil, Cisl e Uil, ''e' compito e dovere delle istituzioni, delle imprese e del loro sistema associativo, dell'insieme delle forze sociali fornire risposte adeguate e tempestive ai problemi che si sono aperti. Per quanto ci riguarda non ci tireremo indietro e faremo fino in fondo la nostra parte. Anche per questo temiamo e denunciamo quella che a noi appare essere, anche alla luce dei comportamenti e delle dichiarazioni di questi giorni, una reazione indecisa e poco concreta. Quasi che prevalga la strategia dello stare fermi, di attendere gli eventi che si succederanno''. ''Anche in un passaggio cosi' complesso - continuano i sindacati - e' necessario ribadire che la realizzazione dei progettiinfrastrutturali funzionali allo sviluppo dell'Umbria rimane uno dei presupposti essenziali per l'ammodernamento del territorio, la competitivita' del sistema, il consolidamento e la ripresa dell'edilizia. Il rischio assolutamente da evitare e' che la situazione di incertezza e di stallo si estenda oltre e ad altri livelli, provocando una sorta di effetto domino tanto nelle amministrazioni pubbliche che nelle imprese e con cio' finendo per determinare una vera e propria paralisi di una parte consistente e significativa dell'economia umbra Condividi