bigl apm.jpg
di L. Spaccini Inutile e anche offensivo dichiarare che sono gli utenti che non si adattano alle innovazioni, il nuovo Piano Urbano di Mobilità non piace. Ad un paio di settimane dalla sua attivazione i malumori e le proteste non scemano. I rivenditori dei biglietti Apm del centro storico hanno deciso di protestare contro il Pum sospendendo per una settimana la vendita dei tagliandi. A partire da lunedì prossimo diciotto esercizi tra edicole e tabaccherie ubicate al centro di Perugia non forniranno i titoli di viaggio agli utenti non per crear loro disagi, ma per sottolineare la riduzione del servizio pubblico di trasporto per l’acropoli. Questi esercenti vogliono evidenziare la riduzione delle corse e dei capolinea in Piazza Italia e la conseguente diminuzione della gente che si reca in centro rinunciando alla vendita di circa 250 tagliandi settimanali tra corse singole e multiple per ogni esercizio. In allarme anche il mercato coperto i cui operatori denunciano un corposo calo di presenze per gli stessi motivi. Ormai, con orari e tratte cambiati, scale mobili da prendere, gli anziani , ultimi clienti affezionati al mercato coperto, che andavano lì anche dalla periferia, faticano molto a raggiungere il luogo storico della spesa perugina e sempre più rinunciano al viaggetto “a Perugia”. Da molte parti della città arriva notizia di assemblee circoscrizionali o rionali piuttosto animate, l’ultima a Colle Umberto, nel corso delle quali la gente stigmatizza il sostanziale peggioramento del servizio di trasporto pubblico. Sul banco degli imputati l’Assessore Chianella, che rinchiuso dentro Palazzo dei Priori sembra non sapere che pesci prendere. L’unica cosa certa, a parte la sua assenza alle assemblee popolari, è che tutti, dagli esercenti del centro storico agli anziani, dai pendolari agli studenti, chiedono a gran voce il ripristino delle linee precedenti. Condividi