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Lettera di una donna di sinistra che giustamente si domanda se padroncini e artigiani possono avere fiducia nella sinistra. Domenica ho partecipato all’Assemblea della Sinistra e degli Ecologisti, ho assistito con emozione alla nascita della Sinistra e dell’Arcobaleno, sono una donna di sinistra, ma sono anche la moglie di un camionista, di un padroncino e oggi mi chiedo se le due cose siano compatibili. Insomma, pensavo di essere la moglie di un LAVORATORE, di un uomo che si impegna quotidianamente per far si che la piccola impresa del padre resista al mercato globalizzato e liberista, mantenendo così il proprio posto di lavoro e quello dei suoi collaboratori, ma in questi ultimi giorni ho avuto come l’impressione di essere la moglie di un criminale irresponsabile, perché è così che è stata trattata l’intera categoria. Se oltre l’80% delle merci viaggia su gomme e se l’Italia è totalmente dipendente da questa categoria, le responsabilità credo vadano ricercate nell’atavica incapacità della politica italiana di fare scelte per un alternativa al trasporto su gomma. Altre nazioni europee l’hanno fatto puntando sull’intermodalità. Non credo siano gli autotrasporti i responsabili di questa mancata scelta, il famigerato “just in time “ certamente fa molto comodo alle grandi aziende e a Confindustria… siamo tutti d’accordo che occorre il trasferimento su rotaie e su mare, che va riformato il sistema degli autotrasporti e della mobilità in generale, ma fino a quando ciò non si realizzerà,di tutte queste piccole aziende che ne facciamo? A questa categoria che lavora con tariffe vecchie di 15 anni, con costi che aumentano giornalmente, che combatte con un agguerrita concorrenza straniera cosa rispondiamo? Se come moglie, che conosce la realtà di questa condizione sono solidale con gli autotrasportatori, come ho sempre fatto nei confronti di chi difende il proprio posto di lavoro, come donna di sinistra devo tacere e condannare i padroncini? Allora mi chiedo: “sarò di sinistra o no?” Gli artigiani, i piccoli imprenditori sono lavoratori o no? Mio marito potrà votare e credere ancora nella sinistra o no? O è solo a destra che può trovare solidarietà? Per favore, rispondetemi. Maura Coltorti Risponde Nicola Bossi, caporedattore Umbrialeft.it Signora Coltorti, lei ha perfettamente ragione: ma è mai possibile che la sinistra, la nostra sinistra, resti indifferente ai lavoratori che si fanno lo stipendio da soli, senza pause e senza tanti guanti bianchi? E' possibile che la sinistra ignori un artigiano, strozzato dalla globalizzazione e dai falsi importati da tutto il mondo o peggio ancora costretto a lavorare sotto-costo per via di una concorrenza straniera, spesso non in regola? Sono lavoratori solo quelli del pubblico impiego, delle cooperative sociali o della funzione pubblica? No certamente no. Ma lei apre un fronte molto importante che soprattutto grazie al segretario di Rifondazione Comunista Stefano Vinti e del collega di Sinistra Democratica, Franco Calistri, sta portando dei frutti. Quanti artigiani, figli di famiglie di sinistra, o quanti padroncini si sono sentiti dire dal Governo Prodi che sono degli evasori a prescindere? Tanti per non dire tutti. Evasori. Evasori un cazzo! Sono spesso loro i nuovi figli del popolo che soffrono e che hanno a che fare con studi di settore non veri o veritieri. Che rischiano quanto gli operai della Thyssen per guadagnare un tozzo di pane in 15 ore di lavoro al giorno. Finalmente però la Sinistra lo ha capito: il simbolo del lavoro non è più soltanto la falce e il martello, ma è anche il volante di un tir, le mani di un artigiano e le casse semivuote del piccolo commerciante. Per questo oggi, e per sempre, ci chiameremo in Umbria come in Italia: La Sinistra-l'arcobaleno, senza se, senza ma e soprattutto senza concetti del secolo scorso. Signora questa è anche la sua sinistra. Condividi