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PERUGIA – Creare “consumatori consapevoli”, gettare le basi di un “consumo diverso e responsabile”, che rappresenti una risposta ed un’alternativa a meccanismi economici consolidati, capaci solo di produrre nel mondo squilibri e fame, e sia in grado, coniugando un’economia dalla valenza sociale e uno sviluppo sostenibile, di fornire una “tracciabilità etica” di quanto acquistiamo. È questo l’obiettivo della prima “Giornata del commercio equo e solidale”, tre giorni (fino a domenica 15 giugno, con una “anteprima” svoltasi il 6 giugno scorso) di iniziative, dibattiti, spettacoli, laboratori didattici, insieme ad una esposizione e vendita di prodotti in “stands” collocati in Piazza della Repubblica e Largo della Libertà, che è stata ufficialmente inaugurata questo pomeriggio a Perugia, con un convegno, tenutosi a Palazzo Donini, sul tema “Quando il commercio diventa solidale”. Non a caso – hanno sottolineato sia Michele Stella, presidente dell’Associazione Umbria Equosolidale, che Gae Pignatelli, presidente di Agices (Associazione Assemblea Generale Italiana del Commercio Equosolidale) – la “Giornata” si tiene in Umbria, la prima fra le regioni italiane a dotarsi di una propria legge sul commercio equolidale (la legge “3” del 2007) e ad averla finanziata. In Umbria – ha ricordato Stella – la prima bottega di questo tipo di commercio, ispirato a modalità economiche improntate a giustizia ed equità, al presupposto di condizioni di lavoro dignitose, di profitti e di prezzi “giusti”, è stata aperta nel 1992, fino ad arrivare ad un movimento di 800 soci (riuniti in 6 associazioni) per un fatturato di 750 mila euro (110 milioni, secondo i dati forniti da Gae Pignatelli, è il fatturato del commercio equosolidale in Italia, su 660 milioni di fatturato complessivo in Europa). Ma, al di là delle cifre – ha sottolineato Stella –, il movimento è impegnato in una vasta attività d’informazione e di educazione, sviluppata in percorsi didattici nelle scuole umbre, con 200 classi e 3800 studenti coinvolti. Esprimendo soddisfazione per l’approvazione, in Umbria, della legge “3” ed auspicando analoghi provvedimenti nelle altre regioni, oltre che il varo di una legge nazionale sul commercio equosolidale, Gae Pignatelli ha definito “fondamentale continuare in questa direzione”, visto il profondo intreccio fra le attività commerciali equosolidali e il territorio: un motivo per cui – ha spiegato – è essenziale il ruolo delle Regioni e delle comunità locali. “È un buon segnale che in Umbria, la terra di Aldo Capitini, della pace, della nonviolenza, dei diritti umani e della cooperazione, sia stata varata questa legge, che proprio a quei principi s’ispira – ha detto Oliviero Dottorini, consigliere regionale umbro e presidente della prima commissione che ha esaminato il provvedimento -; queste giornate – ha continuato – costituiscono un importante strumento per far conoscere e approfondire temi di grande rilevanza, mirati ad un consumo critico e responsabile”. “Bisogna rendere stabile questo appuntamento – ha affermato Wladimiro Boccali, assessore alla cooperazione internazionale del Comune di Perugia -, e utilizzarlo per un’attività costante d’informazione e di educazione”. Condividi