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ROMA – Nello stesso giorno in cui si è svolto, a San Lorenzo, il convegno organizzato dalla rivista “Alternative”, con la partecipazione di Fausto Bertinotti, sempre nella capitale, questa volta però nella sorica Casa del Popolo di Torpignattara, quella che fu inaugurata da Pier Paolo Pisolini, si è tenuto un altro convegno, organizzato da “Associa”, sul tema “Democrazia, mutualismo, e vertenzialità: esperienze a confronto per costruire il partito sociale”. Ospite principale di questo appuntamento Paolo Ferrero, ex ministro della solidarietà sociale, che riguardo al che fare per ricostruire il legame sociale in Italia dopo la sconfitta elettorale della sinistra, è partito da un punto fermo: “Rifondazione comunista deve rimanere, non si può mettere da parte il comunismo come prospettiva politica”. Prima occorre però capire il perché della batosta. “La destra ha vinto – dice – non perché gli operai stanno bene, ma perché stanno male e la Sinistra non ha saputo indicare proposte di cambiamento”. Da qui la necessità di “fare un salto verso il basso” dimenticando di dare importanza assoluta alla rappresentanza nelle istituzioni, perché (il riferimento a Bertinotti è palese) “visti i risultati elettorali vale di più un volantino delle comparsate a Porta a Porta”. Ferrero ha anche dettato l’agenda delle priorità. Riacquistare i rapporti con i movimenti ed evidenziare il legame tra la difesa delle condizioni di vita e le prospettive di trasformazione. “Non stiamo attraversando il deserto”, perché “all’orizzonte non esiste nessuna Terra promessa, ma siamo in una giungla dove occorre combattere una guerra di movimento e sfuggire alle sabbia mobili”. Perciò immersione totale nella società, senza dimenticare la propria identità, dove i simboli hanno una loro importanza, “ti permettono di definire la tua cultura: la falce e martello”. Ma da soli non bastano: “Bisogna essere comunisti ma anche intelligenti”. E poi no a strane alleanze: “Noi non saremo mai l’estrema sinistra del Pd”. E al democratico Nicola Latorre che è intervenuto nel convegno di Bertinotti, rimprovera di non riconoscere le sconfitta “che risiede nel liberismo temperato che il Pd ha praticato fino a ieri al governo e che continua a proporre oggi all’opposizione”. Per risorgere secondo Ferrero bisogna imparare dalla chiesa e dall’esercito. Nessuna conversione catto-militaristica, ma solo due “esempi chiari” da seguire. “La prima, dopo la sconfitta al referendum sul divorzio e sull’aborto è ripartita non da Ruini, ma dagli oratori, dal lavoro sociale e ha vinto il referendum sulla fecondazione assistita. Ha saputo ricostruire la sua utilità nel sociale. E lo stesso ha fatto l’esercito dopo l’antimilitarismo e il pacifismo degli anno ’70 intervenendo in prima persona nel terremoto del Friuli e dell’Irpinia”. Guardare a loro, ma anche a ciò che fa la Sinistra in Europa. Su tutti l’esperienza del parlamentare olandese Tiny Cox, del Partito del Pomodoro: un partito “organizzatore di segmenti di società”, che fa del sociale la precondizione dell’intervento politico. In Italia si predica da anni, in Olanda si fa con successo. Condividi