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di Alessandro Chiometti Leggendo l'articolo pubblicato oggi dal sito internet del Corriere della Sera a firma di Pierluigi Battista, mi sono chiesto cosa abbiamo fatto di male noi italiani per meritarci l'ostentazione di cotanta incapacità di comprendere il significato della parola laicità. Il Battista, prendendo spunto dalle esternazioni papali sul "reato di immigrazione clandestina" e dalla conseguente marcia indietro di Berlusconi su questo tema; elabora, in un crescendo di rigiramenti di frittata che sembrano non aver mai fine, una sentenza che suona così: dato che questa volta l'ingerenza papale in una legge dello stato è stata apprezzata dai laici (che confonde palesemente con la, da lui tanto odiata, "sinistra") d'ora in poi questi hanno l'obbligo morale di stare zitti di fronte alle prossime esternazioni papali su eutanasia, aborto, omosessualità, coppie di fatto e quant'altro passi per la testa del Papa o dei suoi sottoposti gerarchici. A parte il fatto che legare la laicità ad una sola parte politica, accomunandola ad altri temi "cari alla sinistra" come sproloquia il Battista, non fa altro che dimostrare che in questo nostro sventurato paese non esiste attualmente una destra laica; è pleonastico, quanto evidentemente necessario, spiegare ancora una volta ai vari "Battista" di questo paese come stanno le cose. È evidente che nessuno può, ne vuole, tappare la bocca alla più grande potenza mediatica italiana che pontifica a reti unificate ininterrottamente da tempi immemori a questa parte; ed è altresì evidente che il pastore tedesco o i suoi sottoposti gerarchici per sua bocca parlanti hanno tutto il diritto di ammaestrare il loro gregge con qualsivoglia proclama ritengono opportuno. Quello che il LAICO vuole è che queste loro esternazioni non debbano essere automaticamente valide anche per coloro che del gregge non ne fanno parte. Quindi quello che dovrebbe essere ovvio in uno Stato laico è che, quando il Papa pontifica, non è detto che abbia ragione e che, anche se a volte ciò che dice è condivisibile anche dai non cattolici, questo non significa che, automaticamente, OGNI VOLTA debba dire PER FORZA delle cose condivisibili. Quindi, altre cosa ovvia, un LAICO vorrebbe che lo Stato (laico anch'esso per definizione) abbia una sua forza etica e morale che prescinda dalle esternazioni papali; ne va da se che il LAICO vorrebbe che quando questo Stato prende una decisione, questa dovrebbe già essere una decisione eticamente e moralmente ponderata. Quello che è evidente per tutti i LAICI invece è che questo nella nostra sfortunata Italia non avviene; si fanno leggi eticamente discutibili e poi queste vengono sottoposte al giudizio di una guida religiosa che, per quanto autorevole, non potrà MAI rappresentare TUTTI gli italiani (cosa che dovrebbe invece fare lo stato). Il LAICO altresì desidera che i suoi rappresentanti istituzionali non siano delle "bandieruole" esposte ad ogni vento clericale che spira nel paese; cosa che invece il Cav. Berlusconi ha dimostrato di essere. È inoltre ovvio che è chi si definisce CATTOLICO ad essere in grave contraddizione quando da ragione al suo infallibile (per lui) pastore su certi temi (ad es. aborto), mentre non segue le sue indicazioni su altri temi (ad es. guerra, accoglienza agli immigrati, etc). So che tutte queste cose sono abbastanza chiare per i laici, per quelli che proprio non riescono ancora ad arrivarci invece dovremo attrezzare appositi maxischermi per spiegarle con i disegnini. Condividi