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PERUGIA - L'Uncem boccia la Regione. All'Unione delle comunita' montane dell'Umbria non piace l'ultimo ritocco alla legge di riforma di questi enti varato dal consiglio regionale martedi' scorso, perche' lo ritiene ''un provvedimento di facciata che non coglie obiettivi di efficienza''. Da qui la richiesta a tagliare i costi della politica anche nello stesso consiglio regionale. Secondo la presidente di Uncem Umbria, Agnese Benedetti, ''mettendo ripetutamente mano, per l'ennesima volta, ad una legge approvata nemmeno un anno fa, che aveva ridotto numero, organi e indennita' delle comunita' montane, il consiglio regionale interviene di nuovo senza il coinvolgimento degli enti interessati e senza che venga colto il vero obiettivo di efficienza e di risposta ai problemi dei cittadini, soprattutto di quelli che in montagna ci vivono''. ''Con la nuova modifica - osserva la Benedetti - la Regione dice di adeguarsi alla Finanziaria dello Stato, ma lo fa solo in minima parte e occupandosi piu' dell'apparenza che della sostanza. I tanto osannati risparmi conseguenti a questa ulteriore correzione delle indennita' degli organi andranno, a conti fatti, a realizzare un misero bottino di poche migliaia di euro, colpendo invece in modo pesante il rispetto della democrazia e ritorcendosi, paradossalmente, proprio sull'unica area montana della Regione che, per le sue caratteristiche, ha un territorio esteso e densita' bassa di popolazione''. La presidente Uncem chiede invece che alla Regione, sul tema dei costi della politica, ''un serio segnale di risparmio, cominciando, per esempio, a riportare il numero dei consiglieri regionali da trentasei a trenta. Lo faccia diminuendo gli ingenti fondi riservati all'attivita' dei gruppi politici, che si aggiungono alle singole indennita' consiliari e li destini a servizi per la popolazione. Vedra' che usciranno cifre ben diverse da quelle che percepiscono i presidenti e gli assessori delle comunita' montane umbre, che al massimo sono pari a quelle guadagnate da un consigliere comunale di una citta'. La nuova leggina varata dalla Regione e' invece riuscita, con una logica tutta da comprendere, ad infliggere un pesante schiaffo al ruolo dei consiglieri comunali, tirandoli fuori dalle giunte e dall'eleggibilita' a presidenti delle comunita' montane, preferendo ad essi, eletti dal popolo con tanto di preferenza, addirittura gli assessori esterni''. Condividi