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PERUGIA - Una chiara e precisa presa di posizione contro il disegno di legge presentato in Parlamento da tre senatori del P.D. tendente a proporre l’abolizione dell’art. 842 c.c. (ingresso nei fondi agricoli dei cacciatori) viene espressa in un comunicato stampa da Fabio Faina. Il capogruppo in Consiglio Comunale di Perugia del PdCI sottolinea la differenza tra quanto sostenuto dal P.D. in campagna elettorale e quanto proposto dallo stesso partito con la proposta di legge in esame. Faina, in sostanza, ribadisce il principio secondo cui i cacciatori rappresentano gestori equilibrati e competenti di territorio e fauna, respingendo qualsiasi forma di oltranzismo venatorio. Questo il testo del comunicato: “La notizia della presentazione di un disegno di legge per l’abolizione dell’art. 842 del c.c., quello che concede l’ingresso nei fondi agricoli ai cacciatori, da parte di tre senatori del Partito Democratico, Donatella Poretti, Marco Perduca e Franca Chiaromonte, sconfessa clamorosamente quanto scritto prima delle elezioni dal Segretario Walter Veltroni. Lo stesso Segretario, in una lettera pre-elettorale, sottolineava la comunanza d’intenti con le associazioni venatorie per una modifica necessaria, ma non chirurgica della 157/92 e ora, a poco più d’un mese dalle elezioni, membri autorevoli del suo partito vogliono minare dalle fondamenta lo spirito di quella legge. Credevamo che dopo i falliti referendum nazionali e regionali dagli anni ‘70 al ’90 si dovesse combattere per una caccia, ormai forte di una piena legittimazione nel sociale (come ha provato il recente convegno di Todi che ha visto la creazione di sinergie positive tra la Fidc, il Corpo forestale dello Stato, la Protezione Civile e l’Anas) più rispondente a criteri scientifici per una tutela migliore del patrimonio faunistico: insomma caccia come e non più caccia sì/caccia no. Invece eccoci proiettati nel passato ancora a combattere battaglie di retroguardia: in questi anni le forze politiche, almeno quelle non pregiudizialmente anticaccia, hanno imparato a conoscere i cacciatori come gestori equilibrati e competenti di territorio e fauna, hanno capito che dove non c’è caccia il territorio e la fauna non ci guadagnano. Infine, devo ammettere di essere rimasto sorpreso dalla mossa, che non avrà sicuramente alcun seguito nel Palazzo, dei tre parlamentari perché ritengo, e con me credo tutto il mondo venatorio, che il risultato del 13 e 14 aprile avesse spazzato via l’oltranzismo venatorio, che le urne avessero decretato la fine della cultura della criminalizzazione di ciò che unilateralmente non si ritiene giusto, ma evidentemente Poretti, Perduca, Chiaromonte e il PD non la pensano così”. Condividi