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Chiusa l'indagine della digos di Perugia, coordinata dalla procura del capoluogo umbro, sull'attivita' di addestramento al terrorismo di matrice islamica svolta - secondo l'accusa - all'interno della moschea di Ponte Felcino dall'imam Mostapha El Korchi, originario del Marocco, nei confronti di tre suoi connazionali. I magistrati - il procuratore Nicola Miriano e il sostituto Alessandro Cannevale - hanno notificato ai quattro indagati l'avviso di conclusione indagini. Atto che solitamente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Il provvedimento riguarda Korchi, Mohamed El Jari, Driss Safika, arrestati nel luglio scorso, e Noreddine Oumaadane, attualmente latitante. Per quanto riguarda Korchi, gli inquirenti lo hanno accusato di avere ricettato un fusto contenente varie sostanze chimiche che al momento dell'arresto venne sequestrato dalla Digos nella sua abitazione di Ponte Felcino. Dagli accertamenti e' emerso che era stato rubato da un deposito di rifiuti speciali della Gesenu di Perugia per la quale aveva tra l'altro lavorato per un periodo lo stesso marocchino. Korchi e' inoltre accusato di ricettazione di cinque tra passaporti, patenti di guida e carte d'identita' dei quali era stato denunciato il furto o lo smarrimento sui mezzi pubblici perugini. Gli inquirenti ipotizzano che potessero essere utilizzati per realizzare nuovi documenti. L'accusa di addestramento al terrorismo e' stata invece contestata all'ex imam, a Mohamed El Jari, Driss Safika e Noreddine Oumaadane. Tutti devono rispondere di avere ricevuto, Korchi anche fornito, addestramento e istruzioni sulla preparazione e uso di materiali esplosivi e di armi da fuoco, nonche' di sostanze chimiche nocive e sulla preparazione di silenziatori. Le lezioni di terrorismo hanno riguardato inoltre - secondo l'accusa - gli itinerari consigliati ai mujiahiddin per raggiungere zone di conflitto, le tecniche di combattimento corpo a corpo e quelle per agguati e uccisioni, le modalita' operative per il compimento di atti di violenza con finalita' di terrorismo. Quali il collocamento di esplosivo in luoghi pubblici affollati (come stadi, mercati, universita' e fermate di autobus). Nella moschea venivano inoltre fornite - e' emerso dall'indagine - nozioni potenzialmente utili per l'organizzazione e l'esecuzione di atti di terrorismo, quali le istruzioni per la guida di un Boeing 747, la realizzazione, l'invio e la lettura di messaggi criptati, l'accesso a siti riconducibili a organizzazioni terroristiche di matrice islamica in modo tale da eludere le intercettazioni. Attivita' che la polizia ritiene si siano svolte a Perugia dall'ottobre 2006 al luglio 2007, per Oumaadane solo dal dicembre 2006 al febbraio scorso. Condividi