pisapia.jpg
di Giuliano Pisapia - Prc Il governo ha ottenuto la fiducia. La maggioranza comincia a governare. Il PD, col suo governo ombra, si limita a fare proposte, che ben poco hanno di alternativo: dal lavoro ai diritti civili; dalla legge elettorale alle riforme istituzionali; dalla sanità alla sicurezza - che deve essere garantita a tutti, nello stesso modo e in tutti i luoghi, ma con interventi ben diversi da quelli auspicati dai due schieramenti - PDL e PD parlano lo stesso linguaggio, pur usando parole apparentemente diverse. Con la sinistra fuori dal Parlamento, mancherà, a livello istituzionale, una reale ed efficace opposizione. Il disastro della Sinistra è dovuto, innanzitutto, alla politica del Governo Prodi; ma il fallimento della Sinistra Arcobaleno è stato determinato, in gran parte, dal fatto che non si è stati in grado di proporre agli elettori una credibile alternativa alla deriva moderata. La SA - che voleva, e doveva, essere il punto di partenza di un progetto ben più ampio - altro non è stata (non certo per responsabilità di Rifondazione), che una unità elettorale, con l'aggravante dell'uso strumentale che alcuni ne hanno fatto nella speranza di raggiungere un "quorum", per loro impossibile. Il risultato è davanti agli occhi di tutti. Ecco perché è necessario, al più presto - dopo la doverosa riflessione su quanto accaduto - rafforzare la presenza e la mobilitazione nei luoghi di lavoro, nei quartieri e nelle scuole, ponendo fine a recriminazioni e polemiche che rischiano di impedire un confronto franco e serrato, ma costruttivo e propositivo. Solo guardando avanti, senza però rimuovere l'esperienza di questi due anni, possiamo evitare di demolire quanto è rimasto e lavorare per ricostruire una sinistra ampia e capace di incidere sulla realtà. Forte è l'esigenza di una sinistra plurale, unita e partecipata. Forte è la necessità di luoghi unitari di confronto, aggregazione e mobilitazione. Abbiamo bisogno di una casa più grande, all'interno della quale convivano, con pari dignità, il maggior numero di realtà della sinistra plurale. Di quella sinistra che, malgrado la sconfitta elettorale, ancora esiste, ha un pensiero critico, una visione del mondo egualitaria, donne e uomini in grado di rappresentarla. Dopo l'esito elettorale, sono convinto, ancor più di prima, dell'inderogabilità di quella "rifondazione" che si è fermata a metà del guado e che potrà diventare realtà solo se vi sarà, senza alcun spirito egemonico, il massimo di apertura nei confronti di tutte quelle realtà, politiche e sociali, che, in questi anni, hanno resistito malgrado gli errori della sinistra istituzionale, gli arretramenti dei cd. riformisti, l'avanzamento delle destre. Ecco perché non mi convince la proposta di una "federazione" di partiti e altri soggetti, politici e sociali, in quanto finirebbe inevitabilmente, lo abbiamo già visto, per creare competizioni interne, tentativi egemonici che minerebbero qualsiasi tentativo di un reale rinnovamento della sinistra. Altra è la via da seguire. Praticare, e costruire una sinistra ampia, plurale e partecipata, che - passo dopo passo, mobilitazione dopo mobilitazione - riacquisti la forza di un tempo e rafforzi progressivamente l'unità organizzativa e politica nel confronto quotidiano con la realtà. Ecco perché bisogna continuare nella costruzione, ovunque, delle "case della sinistra": dal centro alla periferia e dalal periferia al centro; dai vertici alla base e dalla base ai vertici, finchè non vi sia quell'osmosi indispensabile affinche siano realmente i luoghi non solo di discussione, di mobilitazione ma anche di decisioni che non possono più essere appannaggio di pochi. E' proprio in questo contesto che sarà fondamentale il ruolo di Rifondazione Comunista. Non sarà però sufficiente, per avere questo ruolo, una "confederazione"; sarà indispensabile condividere col movimento, con la sinistra diffusa, con le realtà di base, quel percorso che può portare a una unità che non sarà solo la somma dell'esistente. Ecco perché, pur non avendo mai, in passato, fatto parte di maggioranze o minoranze in un partito, oggi - dopo aver seguito il dibattito e conosciuto le diverse mozioni presentate per il congresso; dopo aver letto le proposte di "Sinistra critica" e quelle del "Partito dei Lavoratori", dopo aver letto l'appello per la costituente comunista e aver partecipato a vari momenti di discussione sul "dopo voto" - mi sento in piena sintonia con la mozione di cui è primo firmatario Nichi Vendola, di cui condivido l'analisi, il contenuto e gli obiettivi e che, quindi, sottoscrivo da semplice iscritto. Una proposta che intende costruire una sinistra più unita e più forte, in grado non solo di resistere, ma anche di ricostruire un tessuto sociale e una cultura politica di sinistra più avanzata. Credo con forza in una vera costituente della sinistra, che, senza disperdere la ricchezza del passato, sia capace anche di dare, all'interno e all'esterno del partito, una prospettiva concreta di unità e di novità. Appoggiare la candidatura a segretario di Vendola non significa, credo, affidarsi a un leader. E' esattamente il contrario, in quanto si basa su una proposta politica che intende rivolgersi sia al partito sia ai tanti compagni, dubbiosi e disillusi, che dobbiamo fare di tutto per coinvolgere in un percorso, irto di difficoltà, ma che potrà ridare alla sinistra, e in chi crede in un mondo diverso e più giusto, la speranza, e la possibilità, di tornare a vincere, non tanto né solo, nelle urne, ma, soprattutto, nei luoghi del conflitto e nella società. Condividi