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Renato Schifani (58) ha una seconda passione oltre il suo amore per la squadra di calcio del Palermo: la venerazione cieca per il suo grande idolo Silvio Berlusconi. “Lo porto nel cuore”, ha ammesso l’avvocato siciliano, che é perfino stato visitato per il suo compleanno a Palermo dal suo mentore. Figlio di genitori democristiani, a scuola eccelle ed ha la reputazione del “secchione”. Un’ immagine che aderisce ancora oggi al signore con gli occhiali. Schifani ha studiato giurisprudenza con risultati eccellenti, che ha poi terminato con distinzione. Dopo la fine della Democrazia Cristiana (DC) nel 1994 ha aiutato a creare il partito Forza Italia sotto Berlusconi, finendo direttamente al senato dopo le elezioni. Berlusconi sapeva di potersi fidare pienamente di Schifani. Cosi’, poco dopo, l’ambizioso siciliano diventò capo del partito. Nel 2003 Schifani fece parlare di se’ per una legge, che avrebbe dovuto garantire piena immunità a Berlusconi, salvandolo così dai vari processi. La legge con il suo nome però non venne accettata dalla corte costituzionale. Quando due settimane fa il padre di due figli è diventato il secondo uomo più importante dello stato italiano, la sinistra si é astenuta dal votarlo. Nella sua prima apparizione come presidente del senato è presentato come un “uomo del dialogo”, rimpiangendo l’assenza dei comunisti, i quali aveva attaccato per anni. Ma il vassallo si e’ goduto il nuovo mandato solo per poco tempo, fino a fine settimana. Poi un commento del giornalista Marco Travaglio in una trasmissione della RAI ha portato ad un amaro risveglio del suo passato. Travaglio, i cui libri si vendono benissimo in Italia, é temuto da tutti i politici per la sua profonda conoscenza di ogni scandalo politico. “Renatino”, come lo chiamavano i suo amici della DC, pare abbia intrattenuto in Sicilia relazioni con la Mafia, ha affermato Travaglio durante la trasmissione. Dopo questa dichiarazione è scoppiata una tempesta politica sulla RAI. Schifani ha potuto aggiustare “l’attaco infame” dal vivo nel telegiornale della sera. Ma da smentire non c’era niente. Schifani agli inizi degli anni 80 era il presidente della firma Sicula Brokers, della quale facevano parte vari mafiosi. Tutto questo é minuziosamente descritto nel libro “I complici” di Lirio Abate, pubblicato nel 2007. Abate stesso, da allora, é sotto la protezione della polizia, dato che riceve continuamente minacce di morte da parte della mafia. Una querela per calunnia invece l’autore non l’ha mai ricevuta. [Articolo originale di Gerhard Mumelter su der Standard] Condividi