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Di solito sembrano un po’ pasticcioni. Prendono il pezzo di parmigiano confezionato dallo scaffale, guardano l’etichetta del prezzo, infilano il formaggio con fare scopertamente segreto nella tasca del soprabito, lo rimettono un paio di minuti più tardi di nuovo al suo posto a causa della coscienza sporca, per poi rinfilarselo in tasca. “Possono farti anche pena, questi poveri, vecchi ladri”, dice il direttore di una filiale della catena di supermercati Leclerq-Conad, Stefano Cavagna, “perché poi li becchiamo quasi tutti”. Quasi tutti significa nel caso degli attempati ladri di negozi: il 40 percento in più di quattro anni fa. Le cifre esatte non si possono avere dato che spesso i supermercati rinunciano alla denuncia per pietà verso i loro clienti poveri in canna. Il fenomeno della piccola criminalità degli anziani è stato affrontato da poco dal quotidiano La Repubblica. L’ordine di grandezza dell’aumento è stato confermato dalle grandi catene di supermercati. Gli anziani rubano, praticamente, esclusivamente i generi alimentari: 100 grammi di prosciutto crudo, una scatoletta di tonno, delle uova, una bistecca confezionata. Di norma si limitano alle offerte speciali per scaricarsi la coscienza. I prediletti sono gli stand della frutta e della verdura dove la clientela può pesare le merci autonomamente. Lì gli anziani dopo la pesatura ci infilano ancora un paio di pomodori o una mela, senza sapere che il reparto è sorvegliato particolarmente bene dalle telecamere. “Che siano soprattutto i generi alimentari ad essere rubati ci mostra che la maggior parte dei nostri attempati ladri di negozi è gente che ha fame e che altrimenti non sa come cavarsela” dice il direttore della filiale Cavagna. “Quando li becchiamo si vede la paura e la vergogna nei loro occhi: gente che ha lavorato una vita, che non ha mai commesso nessun reato e che ora ha così poco da dover rubare. Ma noi non è che possiamo, semplicemente, spegnere le telecamera di sorveglianza.” Il potere di acquisto in Italia negli anni passati è diminuito progressivamente in grandi parti della popolazione passando sopra a molte fasce. Se da un lato i prezzi sono aumentati in maniera imponente fino ad arrivare, ora, più o meno al livello tedesco, i redditi sono stagnanti. In maniera particolarmente pesante l’aumento dei prezzi ha colpito i pensionati. Sette dei sedici milioni di pensionati devono arrivare a fine mese con una pensione di meno di 500 euro, altri tre milioni ricevono dai 500 ai 750 euro. “Vediamo la miseria anche negli appartamenti degli anziani quando veniamo chiamati per un litigio o per altre cose. Il frigorifero è spesso vuoto, la fame è brutta” cita Repubblica un carabiniere. I supermercati, dice il direttore di filiale Cavagna, sono diventati comunque il punto di ritrovo degli anziani. “Da un lato qui è caldo d’inverno e fresco d’estate, dall’altro ci sono quasi sempre in qualche reparto gli assaggi da provare. Almeno un caffè i pensionati lo rimediano quasi sempre.” Anche il reparto tv è uno dei preferiti, soprattutto quando c’è il Giro d’Italia o le partite di calcio. La povertà degli anziani in Italia è oramai diventata un’emergenza nazionale che la politica ostinatamente ignora Articolo originale di Dominik Straub Condividi