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Nel mondo, dal 1 gennaio 1992 al 4 aprile 2008, sono stati uccisi 685 giornalisti. Questa cifra è stata rilanciata dalla giornata mondiale dedicata alla libertà di stampa e anche il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha lanciato il suo appello: «Una stampa libera e indipendente è uno dei fondamenti della pace e della democrazia», ha detto in un messaggio in occasione della giornata mondiale per la libertà di stampa, che è stata celebrata sabato 3 maggio in tutto il mondo. Attaccare la libertà di stampa, secondo il segretario generale, vuol dire «attaccare il diritto internazionale, l'umanità, la libertà, e tutto ciò che le Nazioni Unite difendono». Ban ha poi lanciato «un appello a tutte le società del mondo a non risparmiare alcuno sforzo per portare di fronte alla giustizia gli autori di questi attacchi contro i giornalisti». Il messaggio di Ban segue di qualche giorno la pubblicazione della «lista nera» dei Paesi dove le uccisioni dei giornalisti non vengono punite, compilata dal Committee to Protect Journalists (Cpj). In cima alla lista ci sono Iraq, Sierra Leone e Somalia. «Una nuova solidarietà tra gli operatori dell'informazione e l'opinione pubblica, i cittadini, in Italia e nel mondo, per difendere l'autonomia e la sicurezza di chi ha il compito difficile di raccontare la realtà»: è questo il significato che le organizzazioni internazionali dei giornalisti, a cominciare dalla Federazione mondiale (Ifj), hanno voluto dare quest'anno alla Giornata Internazionale per la libertà di stampa, voluta dall'Unesco e dalle Nazioni Unite che , secondo Paolo Serventi Longhi, membro del Comitato Esecutivo dell'International Federation of Journalists. «Pesanti minacce - come ha rilevato la Ifj - pesano sui media e le battaglie per la sicurezza, un lavoro decente e un giornalismo di qualità possono essere combattute se gli operatori della comunicazione fanno fronte comune e attuano iniziative concrete per difendere i loro diritti e quelli della gente ad essere correttamente informata». Gravi episodi con minacce, lettere anonime, auto distrutte hanno recentemente colpito anche in Italia alcuni giornalisti come Lirio Abbate, cronista dell'Agenzia Ansa di Palermo. «Per questo - ha concluso Serventi - la Fnsi, l'Unione cronisti italiani ed altre organizzazioni hanno deciso di ricordare sabato 3 maggio in Campidoglio, alla vigilia della Giornata Internazionale per la libertà dell'Informazione, i colleghi uccisi dal terrorismo e dalle mafie, in una Giornata della Memoria che deve far riflettere il giornalismo italiano e rinnovare l'impegno alla difesa della libertà dell'informazione». Condividi