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di Nicola Bossi(inviato Comitato nazionale) Chi ha vissuto l'assemblea del Comitato nazionale di Rifondazione, non può certo parlare di spaccatura all'interno del partito. Ma di una accellerazione dei tempi per il congresso: ovvie le dimissioni di tutta la segreteria attuale del Prc, ovvie le candidature dirette e indirette che sono emerse il giorno dopo. La spaccatura politica avviene quando qualcuno si alza e se ne va. Dal Comitato Nazionale nessuno è fuggito, anzi ha voluto manifestare il desiderio di andare avanti, in una qualche maniera. L'ex Ministro Paolo Ferrero ha un gruppo di iscritti che vanno dalla Puglia, fino al profondo Nord che hanno un progetto congressuale ambizioso: "Non sciogliere Rifondazione, ma rafforzarla per dare successivamente una nuova scalata ad una unità federale con altre forze che si rifanno con la sinistra". Gli obbiettivi sono quelli del cambiamento di uomini e donne, del rafforzare i circoli e allo stesso tempo di tenere dentro quelle soggettività e associazioni che avevano dato vita alla Case de La Sinistra-Arcobaleno. Il simbolo tornerà in calce alle amministrive, alle Europee e provinciali. Questo rimetterà in moto vecchi e nuovi compagni. E poi la lunga attraversata nel deserto dove bisognerà riflettere su programmi, alleati e unità dele forze di sinistra. Il movimento di Ferrero è fondamentale anche per non creare ulteriori fuoriuscite a sinistra. Dentro al cordata c'è la corrente Essere Comunisti, decisa più che mai a restare nella casa comune che a fuggire verso la costituenda dei comunisti che sogna Diliberto. L'ex segretario Giordano è andato sotto è vero, ma non è tracollato. Ha retto l'assemblea, gli è scappata qualche lacrima umana e di tensine, ma di più ovviamente non poteva fare. La Sinistra così in basso è un dato che non poteva essere ignorato. I bertinottiani andranno al congresso sapendo di rincorrere, ma nulla è precluso. Il programma per il futuro è molto semplice: andare avanti con il soggetto unitario della Sinistra, rafforzare l'alleanza con i movimenti, con i troncono del Pdci e dei Verdi che ci vogliono stare al progetto, riaprire un dialogo con il sindacato. Punti di forza: la possibilità di schierare un uomo di governo come Niky Vendola. Oguno si gioca le sue carte: non ci sono spaccature ma progetti per il futuro. E chi perde? Farà opposizione democratica, con tanto di rappresentanzione istituzionali. Il Prc e la Sinistra unita del 3 millennio non si può permettere altri lutti. Condividi