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Paolo Ferrero, Ministro uscente della Solidarietà sociale è uno dei protagonisti del dopo voto in casa Rifondazione. In una intervista alla Stampa, mette alcuni puntini sulle i in questo delicato momento nel quale si assiste al rincorrersi di dichiarazioni da parte di molti dirigenti del Prc. In primo luogo Ferrero tiene a precisare che, pur non condividendo alcune posizioni dell’ex presidente della Camera, la sua stima nei confronti di Fausto Bertinotti “è integra, è una persona che ha speso tutta la sua vita nel movimento operaio…”. Sul fatto che abbia chiesto la convocazione del Comitato Politico Nazionale di Rifondazione, Ferrero si esprime dichiarando che, dopo una sconfitta di questa portata, è una mossa dovuta.”Dopo un terremoto, una comunità si ritrova, e cerca di capire dove si può andare. Altrimenti c’è solo la disgregazione. Ho chiesto il Cpn perché sia chiaro alla gente con quale linea, in questi mesi, Rifondazione si spende, in vista del congresso”. Bertinotti e Giordano, invece non avrebbero voluto discutere la sconfitta. Di fronte alle due ipotesi che per il momento circolano – la continuazione del progetto Arcobaleno e conseguente scioglimento dei partiti (Bertinotti) e costituente dei Comunisti (Diliberto) – Ferrero ribadisce che opterebbe per una federazione della sinistra, senza lo scioglimento dei partiti, ma valorizzando quello che c’è, a partire da Rifondazione, visto che “…ritengo queste due opzioni devastanti. Spaccherebbero la sinistra tra chi si dice comunista e chi no, e non si capisce che rapporto vogliano avere col Pd”. Circa la sconfitta elettorale, Ferrero non ritiene di dover attribuire completamente a Veltroni l’emorragia di voti ma piuttosto all’inefficacia dell’azione di governo. Una stoccata anche al sindacato, accusato di aver detto no in Luglio, quando con l’avallo del Pd già in tasca, si sarebbe potuto strappare un contratto migliore “Lì il governo è fallito e noi abbiamo pagato il prezzo maggiore. Poi l’operazione di Veltroni ha indebolito Prodi e regalato il Paese a Berlusconi distruggendo la sinistra”. Secondo l’ex Ministro il Prc ha scontato il non voto (“siete tutti uguali”), in parte il voto utile contro Berlusconi e il voto di protesta, quello dei proletari che ha scelto la Lega perché si sentono più protetti, “come se la condizione di sfruttamento non trovasse più una risposta nella lotta di classe. E’ su di loro che lavoreremo soprattutto nei prossimi mesi, quando si vedrà come userà l’extragettito il governo Berlusconi”. Condividi