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La vicenda risale al febbraio 2007, quando l'anziano chiese ad una donna polacca divenuta sua amica se conoscesse qualcuno nel suo paese disposto a vendergli icone sacre. L'affare si concretizzo' grazie all'intermediazione della donna, le icone (una trentina) arrivarono a Foligno e l'anziano si impegno' a pagare, tramite agenzie di money transfer, i 13 mila euro richiesti. I problemi cominciarono quando, al momento di vendere le stesse icone, in molti gli dissero che erano di scarso valore: il rigattiere, che aveva cominciato a pagare alcune rate, smise di inviare soldi in Polonia. Dopo le prime sollecitazioni telefoniche alla donna polacca a convincere l'anziano a continuare a pagare, aFoligno arrivarono dalla Polonia - stando alla ricostruzione del commissariato di Foligno, diretto da Bruno Antonini - quattro o cinque persone con un pulmino. Il rigattiere venne caricato sul mezzo e due polacchi (ma sembra ci fosse un terzo uomo) lo incappucciarono e lo nascosero sotto delle coperte, cominciando un viaggio verso il confine Nord-Est dell'Italia. Per un tratto anche la donna venne fatta salire sul pulmino, mentre la sua vettura, portata via da altri due polacchi, venne ritrovata nella periferia folignate, a Fiamenga. Durante il viaggio, l'anziano venne percosso piu' volte e, prima di essere abbandonato in una zona di campagna nei pressi di Udine, venne rapinato di tutti gli oggetti in oro che aveva addosso, dalla fede nuziale, a una catenina, all'orologio. A trovarlo era stato una pattuglia della polstrada, ed a raccogliere la sua denuncia la squadra mobile della zona. Indagando sulle operazioni di trasferimento di denaro, ma anche visionando i filmatidel circuito di telecamere sulla rete autostradale, la polizia di Foligno ha identificato due dei presunti responsabili dei reati commessi ai danni del rigattiere, che vanno dal sequestro di persona alla violenza privata, dalle lesioni dolose all'esercizio arbitrario delle proprie ragioni, alla rapina. I due (con precedenti per reati contro la persona ed il patrimonio) verranno trasferiti nei prossimi giorni da Varsavia al carcere romano di Regina Coeli, per essere poi interrogati dal pmperugino che conduce le indagini, Gabriele Paci, in una sede da stabilire. Condividi