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Una Caporetto. O meglio una Wa(l)terloo, tanto per rimanere al passo coi tempi: leggasi come “disfatta, sconfitta, annientamento”. La sinistra cosiddetta radicale resta fuori dai giochi. Kaputt. Silenzio. Come è potuto accadere? Quali gli errori e soprattutto, di chi è la colpa? Di Veltroni? O di Bertinotti? Sarà, ma la teoria del “capro espiatorio” non ci convince proprio. Decidiamo quindi di fare un po’ di chiarezza, alla ricerca disperata del famoso “bandolo della matassa”: andiamo a sentire cosa ci dice qualcuno che di sinistra si intende davvero, l’ormai ex ministro Paolo Ferrero. Come dice Diliberto «ce la siamo andata a cercare», non crede? Il problema è il fallimento dell’esperienza di governo, di quella maggioranza che non ha rispettato il programma: redistribuzione del reddito, lotta alla precarietà etc. Il nostro elettorato è rimasto deluso. Siamo usciti macinati dal fallimento dell’esperienza di governo: il Pd e le forze moderate hanno scelto Confindustria e i poteri forti… Cannibalizzati da Veltroni? Veltroni ha adottato una strategia che ha cannibalizzato a sinistra e non ha preso niente al centro, anzi ha perso al centro: un disastro che ha ucciso noi e ha suicidato lui, o meglio, gli ha fatto perdere le elezioni. Ma non addossiamo all’esterno le nostre colpe: il problema è che l’indirizzo politico seguito nel 2006 è fallito per l’incapacità di portare a casa quei risultati per cui la nostra gente ci aveva votato. Tutto da rifare in “casa” Rifondazione? Oggi Rifondazione discute. Anche in campagna elettorale c’è stato chi ha proposto la costruzione di un nuovo simbolo politico sciogliendo i partiti: ma non sono d’accordo su questa ipotesi, tanto più dopo il risultato elettorale. Penso sia necessario lavorare all’unità della sinistra: e per far questo è necessario che esista Ri-fondazione comunista, con un suo profilo, una sua capacità di organizzazione collettiva… Detta brutalmente, che i partiti a partire da Rifondazione, non considerino Rifondazione un ostacolo per la costruzione di una sinistra, ma una risorsa da valorizzare. Rilancio dei simboli identitari? Deve essere una sinistra plurale in cui le diverse identità esistenti, anche quella comunista, siano presenti e non vengano negate o ridotte a folclore. Son dei pezzi della storia e dell’identità dei movimenti politici. Ferrero segretario? Il problema ora è discutere sull’indirizzo politico, sul rilancio di Rifondazione e della sinistra, ripartendo dalla società. Il nostro buco fondamentale in queste elezioni sta nel fatto che la gente non ci ha percepito come utili. O il percorso riparte dalla lettura della realtà o non si arriva da nessuna parte: i nomi non sono importanti. Si riparte dalla piazza? No, la piazza è l’effetto. C’è il lavoro di tutti i giorni, dalla costruzione del comitato, dalla costruzione di un conflitto in fabbrica, dalla capacità di contrattare la posizione degli operai invece di metterli uno contro l’altro. Il punto della questione sociale è se, di fronte al disagio sociale che c’è, ed è crescente - Berlusconi ha già annunciato misure impopolari - passa la logica della guerra tra i poveri che propone la Lega, oppure la logica di ricostruzione della solidarietà tra poveri. C’è chi prospetta una stagione di violenza senza la rappresentanza della Sinistra in Parlamento No, credo che gli elementi di cultura politica della non-violenza costruiti in questi anni sia assolutamente dominante. Certo c’è da evitare che il governo di destra ripristini i metodi di Genova. Qualcuno parla di un verdetto definitivo della storia. Si può ancora tornare indietro da questo sistema bipartitico? Ci sarà posto per tutti? Si può andare avanti: credo che questo sistema bipartitico galleggi anche lui sulle contraddizioni sociali che non è in grado di risolvere. Tutto dipende da noi. Che I il tentativo dei due partiti principali sia quello di restringere la democrazia alla scelta di due coalizioni troppo simili sulle questioni di fondo, è evidente. La possibilità di riaprire il gioco dipenderà da quello che saremo in grado di fare. Condividi