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E' destinata al servizio idrico la quota prevalente di spesa per tributi e tariffe a carico delle famiglie umbre: e' quanto dimostra una simulazione fra due famiglie-tipo svolta nell'ambito del rapporto 2004-2006 dell'Osservatorio tariffe e tributi locali presentato oggi a Perugia, dalla quale emerge tuttavia una estrema variabilita' da comune a comune, con notevoli aumenti nei due capoluoghi ed oneri a volte identici per famiglie con redditi diversi. La simulazione - riferisce una nota della Regione - riguarda due tipologie familiari considerate rappresentative per l'Umbria (due genitori e due figli minorenni, proprietarie di una casa di 100 metri quadrati e 5 vani, di categoria e pregio medi, che consumano 200 metri cubi di acqua all'anno), con un unico elemento di differenziazione, il reddito annuo: nella prima famiglia, dove lavora solo il capofamiglia, il reddito annuo e' stato stimato pari a 18.605 euro; nella seconda, dove lavorano entrambi i genitori, il reddito e' il doppio (37.210 euro). La spesa complessiva per il paniere (uguale mediamente a 529 euro annui nella famiglia monoreddito e a 598 euro nell'altra) presenta un'estrema variabilita' da comune a comune: in generale, per entrambe le famiglie tipo, la spesa nei comuni piu' piccoli e' notevolmente inferiore a quella dei due capoluoghi: per i comuni al di sotto dei 2.500 abitanti si spendono rispettivamente 490 e 551 euro, e nei due capoluoghi gli importi per le due famiglie raggiungono in media 669 e 701 euro. Nel paniere di tributi e tariffe considerato, in entrambe le tipologie familiari, e in tutti i comuni, la quota prevalente (pari all'incirca alla meta' della spesa) e' assorbita, come detto, dalla spesa per il servizio idrico. In particolare, per la famiglia monoreddito si va da a un minimo di 381 euro (Lugnano in Teverina) a un massimo di 834 euro (per i residenti nel centro storico di Perugia), con un'incidenza degli oneri sul reddito familiare che va dal 2 per cento al 4.5 per cento (la media e' del 2,8). Per la famiglia che ha maggior reddito si va da un minimo di 381 euro (Fossato di Vico) a un massimo di 856 (centro storico di Perugia), con un'incidenza sul reddito che va dall'1 al 2,3 per cento (la media e' dell'1,6 per cento). L'onere complessivo, nel passare dalla famiglia piu' indigente all'altra, aumenta solo del 13%, per l'esclusivo incremento dell'addizionale Irpef che agisce non progressivamente, ma proporzionalmente al reddito. Tranne in rarissimi casi (vi sono alcuni Comuni che, per la famiglia monoreddito cosi' caratterizzata prevedono agevolazioni nel pagamento della nettezza urbana e dell'Ici), le altre voci di spesa rimangono identiche. Condividi