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SPOLETO - Si commuove, l'ottantreenne compositore Hans Wermer Henze, nel raccontare le emozioni vissute assistendo alla prova generale di una delle sue piu' apprezzate opere, Gogo no eiko, che sara' rappresentata venerdi' sera a Spoleto, in occasione dell'inaugurazione del Festival dei Due Mondi, per la prima volta in forma scenica e in lingua giapponese. Henze, considerato l'ultimo grande esponente della tradizione musicale tedesca cominciata da Bach, parla con grande ammirazione di quanto hanno saputo fare al Festival di Spoleto con questa sua creatura, composta nel 1988 con il titolo tedesco Dar Verratene Meer (Il mare tradito) e tratta da un romanzo giapponese (Gogo no Eiko, conosciuto nell'edizione italiana come Il sapore della gloria). L'opera aprira', venerdi' sera, la 53/a edizione del Festival, la terza stagione firmata dal direttore artistico, e presidente della Fondazione Festival, Giorgio Ferrara, che firma anche la regia del lavoro di esordio. La presentazione, nel primo pomeriggio di oggi, e' stata affidata allo stesso Henze, preceduto dall'intervento di Giorgio Ferrara, del curatore della parte musicale del Festival Alessio Vlad e del direttore d'orchestra Johannes Debus. In particolare Ferrara ha ricordato che il Festival di Spoleto sta concretamente cercando di proporre novita' assolute fra i suoi spettacoli, senza perdere di vista l'importanza e l'internazionalita' della proposta culturale che viene portata avanti. Alessio Vlad ha sottolineato l'interesse, ma anche le oggettive difficolta', di questa rappresentazione, soprattutto per ricostruire una partitura in giapponese che non esisteva, e che e' stata pazientemente ricreata partendo da una registrazione audio. Ma, secondo quanto ha sostenuto lo stesso Henze, ne e' valsa la pena. Nella sua rappresentazione giapponese, rispetto all'edizione tedesca, l'opera ha acquistato una musicalita' nuova, piu' incisiva e coinvolgente. ''E' proprio come l'avevo immaginata'' commenta l'autore, che non lesina complimenti ai cantanti, tutti naturalmente provenienti dal sol levante, al direttore e all'orchestra sinfonica di Milano Giuseppe Verdi. Il merito e' anche alla scenografia e dei costumi, affidati rispettivamente al gia' premio Oscar Gianni Quaranta e allo stilista Maurizio Galante, che alterna le passerelle della moda con il palcoscenico del teatro. Da quest'anno, fra l'altro, il Festival puo' tornare a contare sull'apporto, per quanto riguarda scenografie e costumi, dei tecnici delle strutture spoletine specializzate in tanti anni di collaborazione con Menotti. In chiusura c'e' anche lo spazio per una battuta: l'anziano autore promette che restera' a Spoleto per diversi giorni, visto che non vuole perdersi neppure una replica dell'opera. Condividi