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Uno dei temi di questa campagna elettorale, agitato dal Partito Democratico e Popolo della Libertà (toh! che coincidenza) è quello del voto del voto utile, che naturalmente sarebbe quello dato a uno dei due partiti, al punto che in più di una occasione sia Veltroni che Berlusconi hanno invitato gli elettori, se proprio non se la sentivano di votare per l’uno, votare almeno per l’altro. E questo è il voto utile versione Veltrusconi (brutto neologismo che però rende bene l’idea). A parte l’uso discutibile dell’aggettivo utile, che rimanda ad un voto inutile, quasi che chi non vota per i due compisse un inutile esercizio di democrazia. Ma su questo si è espresso con grande efficacia il Presidente Napolitano, ricordando che in democrazia non esistono voti utili ed inutili. Quindi a parte questo disprezzo nei confronti di chi esprime con il proprio voto una opzione diversa dal consenso al duo veltrusconiano, credo valga la pena soffermarsi su di un altro concetto quello del voto sbagliato. Certo per chi vuole contrastare una globalizzazione tutta centrata sulla svalorizzazione del lavoro umano e sullo sperpero e distruzione delle risorse naturali, per chi si batte affinché libertà individuali e collettive possano crescere all’interno di uno stato laico, per chi pensa (differenza del generale Del Vecchio candidato PD, quello che vuole riaprire i casini al fronte per la truppa) che la guerra è una minaccia per l’umanità ed è necessario fermare e ridurre la spesa degli armamenti (come disse in un celebre messaggio il Presidente Pertini “ si svuotino gli arsenali e si riempiano i granai”), per chi vuole una nuova stagione della democrazia e della rappresentanza e che non si sia costretti a scegliere solo tra due opzioni, come negli Stati Uniti (due opzioni che alla fine si somigliano molto). Bene per tutti coloro che la pensano in questa maniera il voto al PD (e al PdL) è un voto sbagliato. Per fare in modo che queste idee continuino a vivere e ad avere una rappresentanza in questo paese la risposta giusta è il voto alla Sinistra e l’ Arcobaleno. Questa è la vera sfida, la posta in gioco, sia che vinca Berlusconi, sia che vinca Veltroni. Ed è proprio per questo, per mantenere aperta una speranza ed una prospettiva di sinistra che è nata la Sinistra e l’Arcobaleno, forza politica unitaria che raccoglie formazioni tradizionali della sinistra italiana, come Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Verdi, insieme a formazioni di più recente costituzione, come Sinistra Democratica, espressione di compagne e compagni diessini che non hanno condiviso la scelta dello scioglimento di quel partito, ai movimenti pacifisti, ambientalisti, femministi che si sono venuti formando nelle battaglie degli ultimi anni. Il voto alla Sinistra e l’Arcobaleno è doppiamente giusto, perché in questo modo si dà forza ad un progetto unitario a sinistra che porti alla costruzione di un nuovo soggetto politico della Sinistra, e, al tempo stesso, solo la presenza di una forte rappresentanza in Parlamento della Sinistra e l’Arcobaleno è garanzia per costruire una forte ed incisiva battaglia di opposizione al centro-destra nel caso sia ques’ultimo a vincere il 13 ed il 14 aprile, per frenare il progressivo slittamento su posizioni moderate e centriste del PD, in caso di sua vittoria, per evitare inciuci di potere PD/PDL in caso di pareggio. Per tutti questo buoni motivi il 13 e 14 aprile facciamo una scelta giusta, facciamo una scelta di parte votando la Sinistra e l’Arcobaleno. Franco Calistri Coordinatore regionale Sinistra Democratica Condividi