Si è concluso ieri, 30 maggio 2010, alla SALA CUTU di Perugia, repliche il 28 e il 29, con un grande successo di pubblico il progetto di laboratorio teatrale che il TEATRO DI SACC0 da 24 anni consecutivi porta avanti all’interno del locale Liceo Classico Mariotti. L’attenzione ai linguaggi della contemporaneità ha portato i partecipanti a confrontarsi per l’anno 2009/10 con una letteratura, ingiustamente considerata minore, quella della musica rock, riscoprendo attraverso una significativa e felice scelta di testi e parole, la matrice culturale, tra l’altro fucina di sperimentazioni linguistiche alla base delle letteratura del mondo giovanile, fumetti, fantasy, noir. Queste le parole DEI PARTECIPANTI : “Il nostro progetto teatrale si è concluso come uno spettacolo-concerto, un insieme di azioni e parole legate da un filo conduttore ancestrale: la musica, in particolare il rock. Rock. Rock puro, rock impegnato, rock di protesta e rock disinteressato, rock dionisiaco, rock che ama, il rock che striscia: il rock che spacca! Questa forza interna e di primitiva natura è l’energia irrazionale che scatena gli istinti, scavando nel profondo dell’animo umano, l’energia estasiante del dio Dioniso che nell’antichità ha posseduto le Baccanti e che oggi continua a muovere folle di fan deliranti (i “pari”, accomunati dalla stessa passione e, materialmente parlando, dalla stessa valanga di magliette “alternative”, bracciali borchiati e jeans strappati). Il rock è un’energia prorompente che ha sempre saputo rinnovarsi e mantenere intatta la sua forza trascinante. Questo evento è divenuto un patchwork che ripercorre la storia del rock dalle sue origini fino ai giorni nostri, riproponendo e riadattando testi di canzoni che, malgrado gli anni trascorsi, sono ancora attuali. Si sono affrontate tematiche sociali come l’individualità esasperata e la solitudine di massa, la sessualità, il rapporto con gli altri, con sé stessi e con la società, l’amore, il voler essere e il voler apparire, la protesta contro chi ci impone di essere tutti immancabilmente uguali e guidati da modelli sbagliati prodotti dalla televisione di “moda”. Abbiamo insomma voluto raccontare la “filosofia” del rock, al di là della sola musica,contribuendo a ricoprire parole e testi spesso tralasciati dall’ascolto emotivo del suono. “Un giorno anche la guerra s'inchinerà al suono di una chitarra” Jim Morrison Segue un elenco dei brani utilizzati per ROCK PHILOSPHY For Whom the Bell Tolls – Metallica, 1985: uno dei brani più celebri del gruppo che all’epoca esprimeva il miglior trash metal. Uscito con l’album Ride the Lightning, come gran parte della musica rock, è particolarmente caratterizzato da frequenze basse che interessano direttamente l’area del bacino del corpo umano, i cui vasi sanguigni vengono irrorati di sangue, inducendo l’ascoltatore ad abbandonarsi ai suoi istinti: così il rock è dionisiaco. The Times They are a-Changing – Bob Dylan, 1964: una delle più significative canzoni di protesta del cantautore statunitense tratta dall’omonimo album. Dylan si rivolge alle categorie che meno aderivano al cambiamento dei tempi: scrittori, critici, politici, ma anche tutti coloro che potevano cambiare una società invecchiata, mentre invita chi non poteva a farsi da parte. Blowing in The Wind – Bob Dylan, 1962: inserito nell’album The Freewheelin', non ha bisogno di presentazioni: è da molti considerato il manifesto della generazione dei giovani statunitensi disillusi dalla politica portata avanti negli anni cinquanta e sessanta dal loro paese e sfociata dapprima nella guerra fredda e poi nella guerra del Vietnam. Sunday Bloody Sunday – U2, 1982: pubblicata solo nel 1983 con l’album War, è una delle più famose denunce dell’uccisione di 13 civili nordirlandesi da parte di paracadutisti britannici a Derry, il 30 gennaio 1972, in una domenica che fu chiamata Bloody Sunday. Fu eseguita per la prima volta in pubblico nel dicembre 1982 a Belfast, nell'Irlanda del Nord. Nel presentare il brano al pubblico, Bono disse: “ Si chiama Sunday Bloody Sunday, parla di noi, dell'Irlanda. Ma se non piacerà a voi, non la suoneremo mai più.” Anarchy in the U.K. – Sex Pistols, 1976: celeberrimo brano punk inglese, tratto dall’unico album della band Never Mind the Bollocks, Here's the Sex Pistols. Porta alle estreme conseguenze la liberalità anarchista dei punk dell’epoca ed entrò irreversibilmente nella Hall of Fame del rock. Innuendo – Queen, 1991: prima traccia dell’omonimo album, è un inno alla libertà sessuale, fondamentale tema dei Queen, che introduce nello spettacolo il Glam rock, il “rock glamour”, il rock dell’appariscenza e dell’arbitrarietà dell’identità sessuale, importante tematica dell’icona glam David Bowie. Walk on the wild side – Lou Reed, 1972: è stata spesso interpretata come una canzone di protesta e di rivoluzione da parte degli omosessuali. Il testo parla della vita nella Factory di Andy Warhol, dei personaggi trasgressivi e sessualmente ambigui che circolavano nell'ambiente dell'artista. Iris - Goo Goo Dolls, 1998: suggestivo e importante brano del nuovo rock alternativo, che sicuramente ha fatto la fortuna dei Goo Goo Dolls. Tratto dall’album City of Angels, racconta della tristezza e dell’emarginazione causate dall’amore e non è del tutto priva di influenze grunge di Nirvana e Pearl Jam. Under The Bridge – Red Hot Chili Peppers, 1991: Fa parte dell’album Blood Sugar Sex Magik. Il suo profondo testo tratta della dipendenza da eroina e della dura vita del tossicodipendente che deve liberarsi dalla sua dipendenza dalla droga. Indiscusso capolavoro della band statunitense che ha conosciuto questo dramma. Give peace a chance – John Lennon, 1969: La canzone fu scritta durante la celebre luna di miele Bed-In di Lennon e Yoko Ono: quando un giornalista chiese loro cosa pensassero di ottenere standosene a letto, Lennon rispose spontaneamente «All we are saying is give peace a chance» (Tutto quello che stiamo dicendo è date una possibilità alla pace); a Lennon la frase piacque e decise di imbastirci intorno una canzone. Clandestino – Manu Chao, 1998: brano significativo di Manu Chao, musicista internazionale con il rock'n roll nel cuore. La sua musica unisce svariati generi ed è cantata in molte lingue. Clandestino è interpretabile anche in chiave no-global, ennesimo simbolo di cui il rock si è reso diffusore di massa. Working Class Hero – John Lennon, 1970: La canzone parla dell’insensibilità provocata dai condizionamenti sociali, affermando che in questa società solo il “conformarsi” è remunerativo. La libertà e una società non più divisa in classi sono miti concepiti allo scopo di oscurare la nostra fondamentale mancanza di controllo sulle nostre vite, mentre i media, la religione, la sessualità commercializzata e le droghe, legali e non, cospirano tutte allo stesso modo per smorzare il nostro desiderio di cambiamenti sociali. Andrea toscani Andrea pierucci Daniela tosti Dayana chaparro Edoardo chiabolotti Giovanni pedercini Ilaria lucherini Matilde gennari Rodrigo boschi Sabrina avagnano Selene brunetti Regia Roberto Biselli Condividi