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PERUGIA - Si è conclusa col risultato più giusto, per quello che si è visto “in campo”, un pareggio - riferisce un comunicato della Regione - la contesa fra il Sagrantino umbro di Arnaldo Caprai e il Sagrantino prodotto in Australia: una vera e propria “sfida” con degustazione, accompagnata da una riflessione (ampliata ai temi dell'ambiente e dell'ecologia produttiva) sulla realtà e sul futuro del Sagrantino nel mondo, che si è svolta ieri al “Vinitaly” di Verona, e che ha messo a confronto i Sagrantini della Cantina Arnaldo Caprai di Montefalco e quelli australiani della “Chalmers Wine” e “Swann Hill Victoria”. “E' un risultato che ci sta tutto”, scherza Marco Caprai, che nel pomeriggio, dopo le degustazioni della mattina, ha moderato un dibattito, al quale, alla presenza di giornalisti australiani di testate specializzate nel settore vitivinicolo, hanno partecipato Kim Chalmers, direttrice dell'omonima cantina, Fabio Renzi, direttore di “Symbola” (promotrice della Fiera delle Qualità Italiane) e Giacomo Maioli, vicepresidente di "Slow Food". “E' finita in pareggio, come doveva finire - continua Caprai - un pareggio con `fair play', visto che, ovviamente, non si trattava di una gara, ma di un confronto ispirato al buon gusto, teso a mostrare identità e differenze, in un mercato globale in cui vince la qualità. Per noi - spiega - si è trattato di un passo importante, la dimostrazione che i vitigni autoctoni italiani, e in questo caso il Sagrantino dell'Umbria, cominciano ad essere presi come punto di riferimento dai produttori di tutto il mondo, un po' come avveniva per la Francia qualche tempo addietro. Insomma, siamo andati a vedere come funziona il Sagrantino esportato e trapiantato, dal Vecchio al Nuovo Mondo. Il 'Giudizio di Verona', come l'abbiamo scherzosamente battezzato, il 'Judgement of Verona', ha sentenziato che funziona bene, e serve ad accrescere la fama internazionale del sagrantino”. Kim Chalmers, la cui cantina è impegnata in una serie di sperimentazioni con una settantina di vitigni autoctoni provenienti dall'Italia, si è detta impressionata dalla qualità e, soprattutto, dalla robustezza del Sagrantino, visto che il vitigno umbro ha dovuto affrontare, con successo, il ben più aspro clima australiano, caratterizzato in estate - ha sottolineato Kim Chalmers - da forti escursioni termiche dal giorno alla notte. “Il nostro - ha aggiunto, commentando la 'sfida' - e' un Sagrantino che ovviamente non è quello peculiarissimo di Montefalco, ma che del Sagrantino conserva, a detta degli esperti, caratteristiche e qualità, comunque riconoscibilità, interpretate secondo la nostra vitivinicoltura”. Condividi