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di Fabrizio Cerella Salvaguardare zone integre dal punto di vista ambientale e paesaggistico dalle trincee scavate con mezzi speciali per porre il gasdotto Brindisi-Minerbio, questa è la priorità per Aldo Cucchiarini e per i comitati che si oppongono all’ennessima “grande opera”. Non è un no al gasdotto – anche se ci sarebbe da discutere sul dispiegamento di mezzi enormi, denaro, per l’utilizzo di una fonte di energia che è limitata nel tempo – ma al suo tracciato. In Umbria il tratto Foligno-Sestino interesserebbe zone protette dalla Comunità europea per il loro valore ambientale e paesaggistico. In più si intaccherebbe con lavori mastodontici un immenso patrimonio boschivo, si agirebbe sul letto di 25 corsi d’acqua (alcuni attraversati più volte). Insomma, si colpirebbe il cuore verde del cuore verde d’Italia, con tutte le conseguenze sulla tanta decantata filiera ambiente-turismo-cultura. I comitati e le associazioni ambientaliste (wwf, Legambiente) e di tutela del patrimonio paesaggistico (Italia nostra) chiedono che si riveda il percorso del gasdotto e si cerchi un tracciato alternativo. In pianura sarebbe di certo meno impattante, in zone infrastrutturate costerebbe meno tempo e denaro: una direttrice tiberina o adriatica creerebbe molti meno problemi della direttrice sulla dorsale appenninica. Il sindaco di Pietralunga ha deciso di non concedere il territorio comunale – una splendida zona boschiva incontaminata e con caratteristiche morfologie geologiche – per il passaggio del gasdotto e la Regione Umbria potrebbe rivedere la decisione autorizzato ria concessa. Stefano Vinti, candidato al Senato, ha espresso l’appoggio della Sinistra arcobaleno alle ragioni del coordinamento contro il gasdotto e ha rilevato l’insensatezza di un colossale cantiere sulle splendide montagne dell’appennino umbro-marchigiano: verrebbe leso un patrimonio straordinario di boschi, biodiversità, paesaggi, corsi d’acqua, con un risultato che pregiudicherebbe per decenni le bellezze della nostra regione. Di tutto ha bisogno quella zona tranne che di uno scempio simile. L’azienda proponente il gasdotto può sicuramente fare lo sforzo di trovare un tracciato alternativo. Nessuno è contro l’utilizzo de gas, ha sintetizzato Vinti, anche perché è un’energia abbastanza pulita, ma si deve trovare necessariamente un altro percorso per questi tubi di più di un metro di diametro ad una profondità di cinque metri. Si tratterebbe di sventrare valli e montagne per 120 km. Semplicemente inaccettabile per una forza di sinistra che ha l’ambiente ai primi posti, come la Sinistra arcobaleno. Condividi