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di Luca Spaccini E ci risiamo. Nonostante i proclami e i distinguo, Veltroni e Berlusconi continuano ad essere sovrapponibili nei contenuti come nelle modalità. Anche il Piddista Walter ora si lascia andare a sparate di grosso calibro stile Arcore. A meno di venti giorni dal confronto elettorale dichiara:” Se vinco le elezioni aumenterò le pensioni, soprattutto quelle più basse.” Ma, scusate tanto, non era per caso la stessa cosa che chiedeva la componente del governo Prodi indicata come “sinistra radicale” , mai ascoltata, e, scusate ancora, non vi risulta il predetto governo essere ancora in carica? E, visto che Veltroni giura di sapere dove e come reperire i fondi per questa sua operazione, se già da ora dispone di queste certezze, e ripeto, essendo ancora al governo, perché non farlo subito? Certo, bisognerebbe ritirare fuori il famoso tesoretto, che magicamente appare e scompare a seconda delle situazioni. La Sinistra Arcobaleno sa che questa somma derivante dall’extragettito esiste e sta chiedendo con forza che venga utilizzata proprio per tale questione. Inascoltata, come tutte le volte che si è chiesto di affrontare i punti del passato programma elettorale che guardavano al sociale, punti sottoscritti anche da quelli che allora erano DS e Margherita e che ora si sono “rinnovati” nel PD. Perché posporre l’aumento delle pensioni minime, sacrosanto, a dopo le elezioni, anzi, dopo la vittoria? Dove sta scritto che vincerà proprio superWalter? Ma davvero crede che quei poveri cristi dei pensionati italiani si passino la parola “votiamo Pd, così ci aumentano le pensioni”? Il problema è che siamo arrivati ad una degenerazione estrema della politica; la campagna elettorale non è più tale, è una campagna pubblicitaria, con schiere di esperti in immagine, psicologi,e quant’altro, dove non conta quello che dici, ma come lo dici, chi hai al tuo fianco, allontanando sempre più questo tipo di politici dal mondo reale. Ormai la differenza tra Veltroni e Berlusconi è solo nella statura, ma non quella morale. L’importante è dare un senso di positività, rassicurare l’elettore che, se le cose non vanno, è solo una contingenza, che presto passerà tutto e se poi non succede…”sono stato frainteso” oppure…”siamo sotto il ricatto delle ali estreme della coalizione”. L’importante è non perdere nemmeno un appuntamento televisivo, presenziare a qualsiasi trasmissione, inflazionare i media con la propria immagine, in tasca alla par condicio. E spararle sempre più grosse, così da garantirsi le prime pagine e le aperture dei tiggì, tanto la gente guarda, mica ascolta. Non funziona così, caro Veltrusconi, pensi davvero di aver a che fare con le famiglie del mulino bianco? Là fuori, nelle nostre città, non c’è gente spensierata che va al lavoro in bicicletta sorridendo, c’è gente che prende la metropolitana con altre migliaia di persone, che si alza ore prima per andare al lavoro passando da un treno all’altro, che va in fabbrica sperando di tornare a casa la sera, donne che hanno ben altri problemi che scegliere quale merendina dare ai figli (quando se li possono permettere), problemi che non si risolvono certo con un matrimonio ad hoc. Lo sai come funziona, Veltrusconi? Più fatti e meno chiacchiere. Lo so non è facile comprendere per te, che sei abituato a solo a proclami altisonanti, ma funziona così. Mi è capitato tra le mani qualche giorno fa il programma elettorale di Zapatero, quello con cui fu eletto quattro anni fa; parlava di eliminazione del precariato, diritti civili, rafforzamento della laicità dello stato, sostegno alle fasce deboli della società, somigliava molto al programma dell’Ulivo, soltanto che lui l’ha realizzato, ha fatto crescere la Spagna, l’ha portata a superare l’Italia nella famosa classifica Ocse, ed è stato rieletto. Attenti, cari Veltrusconi, prima o poi la gente lo spengerà, quel televisore, si sveglierà da quel torpore mentale al quale l’avete costretta in questi anni e vi chiederà conto dei vostri proclami Condividi