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di Edoardo Casini Meshuggah, in lingua Yddish, significa nient'altro che "pazzo". Basterebbe questo per descrivere l'intero operato musicale della band Svedese, originaria di Umea, che da due decade ha rivoluzionato il concetto di Heavy Metal. Oggi, a distanza di 3 anni dall'ultimo parto (il controverso "Catch 33") esce "ObZen", album atteso in modo spasmodico da fan e critica. A metà tra le sperimentazioni dei capolavori "Nothing" e "Chaosphere" e la furia del seminale "Destroy, Erase, Improve", datato 1995, "ObZen" paradossalmente riprende i temi del sound Cyber Thrash Metal che li ha resi famosi in passato, quasi "semplificando" le strutture e le ritmiche, non più così ossessive come nel recente passato. L'opener "Combustion" stupisce infatti per la sua (apparente!)semplicità: un riff portante di matrice Thrash/Death sostenuto da una portentosa sezione ritmica al cardiopalma e un'acido screaming, per un pezzo che fa tornare alla memoria gli anni di "Contradictions Collapse"; dopo circa quattro minuti è l'ora di "Electric Red", seconda traccia dell'album, che ci riconsegna invece alle camaleontiche atmosfere di album come "Nothing": l'uso di controtempi e chiare aperture free-jazz dissonanti e corrosive non lascia dubbi, il gruppo non ha abbandonato la sua vena sperimentale; ritornano i suoni ultrapesanti delle chitarre otto-corde, il drummer Thomas Haake ci riconsegna prove di inumana bravura. L'album scorre fluido ripercorrendo le due anime del gruppo: quella più cervellotica e "matematica"("dancers to a dischordant system", la suite finale, ne è un esaustivo esempio) e quella aggressiva, micidiale, annichilente degli esordi; ascoltatevi le ritmiche spaccaossa del capolavoro "Bleed" per capire. Un album sicuramente di non facile ascolto, un'ibrido percorso musicale a metà tra il vecchio ed il nuovo, tra il "Cyber" degli inizi e gli onirici viaggi delle recenti pubblicazioni. Potreste apprezzare o no la scelta di ripescare sound non più così innovativi come nei tempi che furono ("Chaosphere", datato 1998, viene descritto come l'album più pesante ed estremo mai concepito da mente umana, ascoltatevi "Elastic" per capire; "Destroy, Erase, Improve", ormai considerato un vero e proprio classico, rivoluzionò il Thrash anni novanta come pochissimi altri album), ma album come "ObZen" rinforzano comunque la posizione di un gruppo, I Meshuggah, ormai sulla cresta dell'onda, grazie ad una costante ricerca sonora, ad una (ritrovata) passione per la musica estrema e ad una capacità tecnico/creativa che poche altre band hanno saputo avere. Condividi