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di Luca Spaccini Nel balletto dei sondaggi che rappresenta una parte fondamentale nelle campagne elettorali di questi ultimi anni (forse sarebbe meglio dare più importanza ai programmi che non alle statistiche) qualche soddisfazione c'è anche per la Sinistra Arcobaleno. Infatti nelle rilevazioni di qualche giorno fa, la compagine rossa supera lo scoglio del 8% di mezzo punto su scala nazionale. In particolare buone percentuali in molte regioni - Piemonte 9%, Liguria 9,5%, Emilia 10%, Toscana 12,5%, Umbria 11,5%, Marche 10%,Lazio 9,5%, Puglia,Basilicata e Sardegna con 8,5%. Difficile eleggere un senatore in Campania e Calabria, mentre è quasi impossibile in Sicilia,Abruzzo, Veneto e Friuli. In sostanza c'è la possibilità di poter eleggere da 21 a 26 senatori; dipende molto dal risultato dell'UDC nelle singole regioni. Torna infatti la complessità della legge elettorale per il Senato, che rende scomoda la Sinistra Arcobaleno un pò per tutti. La coalizione guidata da bertinotti si didviderà il premio di minoranza nelle regioni dove supererà l'8%, con conseguente diminuizione dei seggi per PdL, dove appare scontata una vittoria del PD, ossia Umbria, Marche, Toscana ed Emilia. A subire invece l'effetto Bertinotti nel Nord (Veneto escluso) sarà il Partito Democratico. Restano poi le regioni in bilico, dal Lazio alla Puglia, dove chi perde tra i due principali poli dovrà spartirsi i seggi di minoranza con la Sinistra Arcobaleno, riducendo così il numero di eletti. Si tratta perciò di una variabile complessa e determinante al tempo stesso, che potrebbe incidere sui numeri a Palazzo Madama, favorendo o allontanando il rischio pareggio. C'è poi un'altra ripercussione, che non riguarda né Berlusconi né Veltroni. Il superamento della soglia dell'8% in molte zone da parte della Sinistra Arcobaleno riduce drasticamente il numero di senatori dell'Udc, in particolare al Sud. Di fatto, Casini è quello che più di tutti verrà penalizzato se i sondaggi interni a Rifondazione risulteranno veri. Sondaggi che a livello generale vedono lo schieramento Pdl-Lega al 45%, rispetto al precedente 44,5 (Popolo della Libertà 39,5 e Carroccio 5,5). La coalizione Pd-Idv è invece al 36,5%, in leggero calo dal 36,8 (Partito Democratico 33 e Italia dei Valori 3,5). L'Udc vale il 6,5% (era al 7), la Destra è stabile al 2% e gli altri raccolgono il 2,5. Il voto utile, utile al Paese, è proprio questo. Condividi