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TERNI – L’industria chimica nel territorio ternano si trova in uno stato di grave crisi e contribuisce ad accentuarla “una politica non adeguata e spesso ambigua da parte delle istituzioni locali e della Regione”. Lo hanno affermato oggi, nel corso di una conferenza stampa, il segretario provinciale della Uil, Gabriele Narni, e il segretario dei chimici della Uil, Giorgio Roncetti, che hanno anche proposto un patto territoriale per affrontare la questione. Il settore chimico - è stato detto - è strategico per lo sviluppo industriale del ternano ma presenta vari problemi che lo istituzioni non stanno facendo nulla per risolvere. Non si favoriscono - secondo la Uil - investimenti sul territorio, non si risolve il problema del rifornimento energetico, non si attua un collegamento con l'università per la ricerca. E tutto ciò - sostiene il sindacato - presentando l'industria chimica dal ternano almeno due filiere di portata internazionale, come quella relativa al polopropilene ed alla chimica innovativa che ha una forte valenza ecologica. “Purtroppo - hanno detto i due sindacalisti - dobbiamo registrare un disimpegno totale della Regione verso il territorio ternano, mentre Comune e Provincia non fanno praticamente nulla”. La Uil si chiede come mai “non decolli la filiera agricoltura-industria portata avanti dalla Novamont e dalla Tarkett per la produzione della plastica e prodotti ecologici e per quale motivo iniziative industriali trovano numerosi ostacoli oltre a quelli burocratici”. Il sindacato si chiede anche “quale ruolo intende avere la Provincia di Terni a fronte di una politica regionale che relega il territorio di Terni in evidente subordinazione nei confronti del resto dell' Umbria in tutti i campi”. Nel settore chimico – è stato anche sottolineato - le industre hanno effettuato lo scorso anno investimento per circa 750 milioni di euro, mentre gli addetti diretti sono circa 1.500 ai quali si devono aggiungere i numerosi dell'indotto. Stante la situazione, la Uil propone un patto territoriale tra istituzioni, industria chimica e sindacato “per un potenziamento della chimica ecologica, per uno stretto collegamento con l'università, per lo sviluppo della piccola e media impresa in riferimento alle filiere produttive esistenti e per un coinvolgimento della finanza locale, regionale, nazionale anche per utilizzare le disponibilità della legislazione europea”. Condividi