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Le stime della CGIL Umbria sulla perdita di posti di lavoro previsti per il 2010 testimoniano la gravità della crisi economica nonostante qualcuno oggi tenda a minimizzare. È evidente che chi, come il governo Berlusconi, continua a lanciare messaggi ottimistici lo fa solo ed esclusivamente per non mettere mano ad una situazione che rischia di precipitare da un momento all'altro. Le ricadute in termini occupazionali sono desolanti come si poteva ben immaginare e l'Umbria non è immune dagli effetti della bolla esplosa l'anno passato. La peculiarità del sistema produttivo umbro infatti, composto principalmente da piccole e medie imprese che non riescono ad accedere agli ammortizzatori sociali previsti invece per le aziende di dimensioni maggiori, mette ancora di più a rischio i livelli occupazionali dei nostri territori già fortemente penalizzati da una delocalizzazione selvaggia e dalla difficoltà di accesso al credito per gli imprenditori nonostante le misure adottate in favore delle banche da parte del governo nazionale. L'assenza di atti e strategie mirate alla difesa dei posti di lavoro sta cominciando a palesare gli effetti di una strategia tutta tesa a narcotizzare l'opinione pubblica ed a celare l'assoluto disinteressamento alle sorti di miglia di lavoratori e delle loro famiglie. Rifondazione Comunista dell'Umbria ribadisce invece che la crisi può rappresentare una occasione per ripensare il sistema degli ammortizzatori sociali e per l'introduzione di misure redistributive a tutela dell'occupazione e dei redditi. Contro la precarizzazione e l'impoverimento generale e generalizzato che colpiscono fasce sempre maggiori della società non bastano le favole o i sorrisi smaglianti. Servono scelte concrete che affrontino la radice del problema. Riteniamo indispensabile intanto che la nostra Regione si doti quanto prima di strumenti che diano priorità a chi perde il posto i lavoro, chi non riesce ad averne uno o chi, in considerazione della tipologia di contratto lo perderà molto presto. Per questo siamo a chiedere con forza l'approvazione della proposta di legge per l'istituzione del reddito sociale, presente in quasi tutta Europa (esclusa Italia e Grecia) e che ha permesso a quei Paesi di temperare gli effetti devastanti di una crisi economica i cui guasti, come spesso accade, ricadono direttamente su coloro i quali non hanno alcuna responsabilità in merito. I dati della CGIL Umbria ne sono una cruda testimonianza rispetto alla quale le istituzioni e le forze politiche tutte non possono rimanere insensibili. Condividi