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CITTA’ DI CASTELLO - Associazioni, consiglieri comunali e rappresentanti della ASL 1 alla presentazione del Rapporto sociale 2006 che si è svolta nella sala del consiglio comunale di Città di Castello. Nell’aprire i lavori, il vicesindaco Luciano Bacchetta, assessore alle Politiche sociali, ha ribadito l’intenzione di rendere trasparente la gestione delle ingenti risorse economiche impiegate nel settore, sottolineando che “le associazioni sono un tassello importante nel governo del disagio, perché siamo davanti ad un mutamento del quadro sociale, in cui il bisogno di protezione emerge tra le donne, i nuclei monofamiliari e gli anziani senza sostegno parentale”. “Negli ultimi anni ha subito una trasformazione la componente extracomunitaria: da ingressi legati alla stagionalità della tabacchicoltura si è passati a flussi che rispondono alla domanda di cura per anziani e quindi ad un aumento dei soggetti femminili, provenienti dall’Est europeo. Un aspetto critico di recente emersione è l’infanzia: con l’allentamento dei vincoli familiari, i casi di disagio sono in crescita, tanto che i servizi hanno in carico circa 130 bambini, di cui un quarto sotto la tutela del Tribunale dei minori”. “Sul fronte delle tossicodipendenze” ha concluso il vicesindaco “i recenti fatti di cronaca ci inducono a non abbassare la soglia di attenzione, perché è evidente l’uso intenso e radicato di sostanze da parte dei giovani. Dalla parte opposta della piramide generazionale, l’anello debole sono gli anziani, ai quali sono state date risposte diversificate: dalle politiche abitative, con l’attivazione della Casa Verde, all’assistenza domiciliare”. “La nuova legge regionale ci aiuterà a rendere più flessibili ed efficaci gli interventi” ha anticipato il dirigente del settore Servizio sociali Gualtiero Angelini, illustrando le linee generali del Rapporto sociale 2006: “I numeri ci suggeriscono che anche il territorio del nostro Ambito, finora indenne da ripercussioni, sta subendo le conseguenze della crisi economica. Il documento è infatti il frutto di una programmazione condivisa con gli otto comuni del comprensorio, secondo il criterio di sussidiarietà e di integrazione. Pur essendo complessivamente un tessuto omogeneo, alcune differenze si registrano nella composizione demografica con Citerna che risulta essere la più ‘giovane’ e con Lisciano Niccone, che ha la più alta percentuale di popolazione straniera. La lotta all’esclusione sociale è invece l’obiettivo che assorbe più risorse in tutti i comuni, il 47 per cento circa”. “Dal quadro relativo al capoluogo tifernate risulta che la spesa sociale è aumentata fino a 60 euro procapite, in modo inversamente proporzionale ai trasferimenti statali, a scapito di disabilità infanzia ed anziani” ha precisato Cristina Donati Sarti, coordinatore tecnico dell’Ufficio di Piano, “e l’elemento più esposto è la famiglia, con un aumento leggero dei minori ed una diminuzione, altrettanto lieve, degli anziani. In particolare i nuclei manifestano difficoltà anche se hanno un reddito costante, quando interviene un imprevisto di tipo economico o si accorcia la rete intergenerazionale. Sono le donne a sostenere l’onore del disagio, nei casi in cui al lavoro si associa la cura dei figli e dei genitori anziani. In queste dinamiche si insinua il cosiddetto ‘disagio della normalità’, che rende vulnerabili anche categorie fino a poco tempo fa indenni”. Passando ai numeri, il Rapporto Sociale parla di 10324 utenti, di cui il 72 per cento residenti a Città di Castello e di questi solo il 15 per cento riconducibile agli immigrati, che rappresentano il 6,7 del corpo cittadino, contro un 7 per cento medio regionale. Stando agli accessi dei due Uffici di Cittadinanza, le problematiche relative ai minori si concentrano nelle frazioni di Cerbara e di Trestina. 130 infine le pratiche per gli assegni di maternità, uno strumento conosciuto che viene richiesto con pertinenza dalle utenti. All’illustrazione ha fatto seguito il dibattito, aperto dall’intervento di Rita Cecchetti, responsabile del Servizio Assistenza sociale della Asl 1 che sottolineato il risultato raggiunto, “garantendo lo stesso livello di servizi pur in regime di minori entrate” ed ha auspicato “l’elaborazione di dati integrati per comunicare l’impegno di Asl e istituzioni ad esempio nel settore delle residenze protette, cui viene destinato circa un milione di euro l’anno”. Enrico Landi, neopresidente dell’Associazione ‘Le fatiche d’Ercole’, che si occupa di salute mentale, ha parlato “dell’importanza di un lavoro in rete, capace di mettere a sistema risorse umane e materiali”, mentre don Giuseppe Amantini ha proposto un operazione ‘trasparenza’ anche rispetto agli impieghi dei contributi che vengono dagli enti pubblici alle associazioni. Per don Paolino Trani, responsabile dei Ceis, sul fronte della lotta alle dipendenze è urgente un ‘patto educativo e d’azione’ tra Asl, comune e soggetti terapeutici per modernizzare la prevenzione ed anche i percorsi di recupero. Don Paolino si è fatto portavoce anche “di alcune preoccupazioni tra cittadini ed operatori rispetto all’ospedale tifernate, dopo l’inaugurazione del polo di Branca”. “Le politiche sociali non solo soltanto una questione economica, ma attengono anche alla motivazione e al senso di solidarietà di chi opera in questo delicato settore” ha detto il vicesindaco Bacchetta nel chiudere i lavori, aggiungendo che “in vista di ulteriori tagli alle spese pubbliche, gli enti locali devono puntare su collaborazioni formali ed informali, che salvaguardino il valore civile delle politiche sociali. Abbiamo già raggiunto uno standard molto alto e ci muoviamo in un clima rassicurante, inserendoci a pieno titolo nei processi di carattere regionale, con la presenza del dirigente nella commissione Anci sui fondi per la non autosufficienza, e con uno studio sul livello di soddisfazione degli utenti, condotto nell’ambito di Tiber Next, che ci indicherà in che modo ottimizzare i servizi”. Condividi