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di Maurizio Gubbiotti* Almeno 316 migranti e rifugiati morti in un mese alle porte dell’Europa. 210 dispersi in Libia e 67 vittime al largo della Tunisia. Sempre in Italia 2 morti nei porti dell’Adriatico, poi tre vittime in Spagna e 14 nel deserto algerino. Questi i dati dell’Osservatorio sulle vittime delle migrazioni Fortress Europe, forniti qualche mese fa e che insieme a tanta tristezza mostrano subito quanto sia ingiusto e vergognoso affrontare ad esempio i problemi della sicurezza nei nostri Paesi, solo dal punto di vista dell’ordine pubblico. Secondo i dati dell’ultimo rapporto sullo sviluppo umano dell’United Nations Development Programme (UNDP), il Programma ONU per lo Sviluppo Umano, oggi sono 344 milioni le persone a rischio di cicloni tropicali e 521 milioni quelle a rischio di inondazioni, e secondo le proiezioni dell’UNICEF, al 2010 saranno circa 50 milioni le persone che nel mondo soffriranno la fame a causa di emergenze umanitarie e climatiche. Previsioni del tutto simili a quelle dell’United Nations High Commissioner for Refugees (UNHCR), l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, secondo il quale i profughi nel mondo al 2007 erano arrivati a 37,4 milioni di persone, il 66,8% dei quali a causa di catastrofi naturali, e che per il 2050 potrebbero arrivare all’astronomica e tragica cifra di 200-250 milioni. Con il pretesto di contrastare l’immigrazione clandestina i recenti provvedimenti del Governo e del Parlamento, colpiscono tutti gli immigrati, soprattutto coloro che vivono e lavorano regolarmente nel nostro paese rispettando le leggi, trasformando così l’integrazione in un percorso ad ostacoli che esclude e inibisce proprio i percorsi positivi di inserimento dei migranti nella società italiana. In nome di un malinteso concetto di sicurezza, si stravolgono le norme sull’immigrazione, riducendo fortemente i diritti dei migranti, donne e uomini da tenere che si preferiscono in condizioni di precarietà, ricatto e sfruttamento, con gravi ripercussioni sulla pacifica convivenza nella società. Legambiente è tra i promotori della manifestazione del prossimo 17 ottobre perché crediamo che sia necessario rilanciare l’ospitalità, la solidarietà, l’interdipendenza e la cooperazione, con una manifestazione pacifica, nonviolenta ma anche partecipata, inclusiva, allegra, colorata e capace di andare soprattutto oltre noi tutti che l’abbiamo preparata. *Coordinatore Segreteria Nazionale Legambiente Condividi