Qauttordici ditte umbre del settore ceramica, per un totale di un centinaio di dipendenti, dall'inizio dell'anno hanno chiesto la cassa integrazione. La Ceramica umbra, fiore all'occhiello del centro Italia, grazie ai manufatti di Deruta, Gualdo Tadino e Gubbio, è ormai sprofondata in una crisi senza ritorno. Il mercato americano che rappresenta il 70 per cento delle commesse umbre da tre anni ha ridotto la richiesta del 50 per cento. Resiste al momento il colosso delle mattonelle Tagina di Gualdo Tadino che con i suoi 500 dipendenti sta cercando di sfondare su altri mercati: Russia e Cina. Al Corriere dell'Umbria i sindacati hanno illustrato la situazioni preoccupati: "Si sta parlando di un settore che vanta una grande tradizione umbra, fatta di diversi centinaia di anni. Il rischio che si corre è di perdere un simile patrimonio. Fino a qualche anno fa la ceramica rappresentava per i giovani una buona occasione di lavoro e di vita, ora è solo un miraggio o un ripiego". Condividi