BAMBINI.jpg
BRUXELLES - Il 25 per cento dei bambini italiani è a rischio povertà a causa dello scarso potere d'acquisto dei salari e la mancanza di sostegni economici alle famiglie. E' quanto emerge del rapporto sulla “Protezione sociale” presentato dalla Commissione europea. Quello italiano è tra i livelli più alti in Europa di rischio povert per la fascia di popolazione tra i 0 e i 17 anni. Un livello pari a quello di Paesi come la Lituania, la Romania e l'Ungheria, superato solo da Lettonia e Polonia. Di poco migliore la situazione in Gran Bretagna e Spagna dove la quota di bambini a rischio raggiunge comunque il 24 per cento, ben al di sopra della media europea del 19 per cento. Considerando la popolazione complessiva la percentuale europea a rischio povertà, sempre considerata in base al potere d'acquisto effettivo in ogni Paese, si abbassa al 16 per cento. Ma in Italia a rischiare di finire nella fascia dei “poveri” è il 20 per cento della popolazione, più della Romania con il 19 per cento. L'Italia, scrivono gli esperti di Bruxelles, è nel gruppo di Paesi ad alta povertà infantile, “anche se il numero di bambini con genitori disoccupati è basso”. Nel Belpaese infatti “c'è un elevato numero di bambini con genitori che lavorano” e “c'è un basso impatto sui redditi dei trasferimenti sociali”. Per questo la Commissione suggerisce a questi Paesi di “adottare strategie per sostenere meglio i redditi delle famiglie e facilitare l'accesso a lavori di qualità” Condividi