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PERUGIA - Elementi ritenuti utili dagli investigatori per l'indagine in corso sono emersi dagli interrogatori di garanzia davanti al gip di Perugia di alcuni degli arrestati nell'ambito dell'operazione Naos dei carabinieri del Ros contro una presunta associazione di stampo mafioso operante in Umbria e Calabria. Secondo quanto si è appreso nel capoluogo umbro non ci sarebbe comunque al momento alcun pentito. Il contenuto degli interrogatori è ora al vaglio degli investigatori perugini che stanno approfondendo diversi aspetti dell'inchiesta. Sul contenuto delle attività in corso a Perugia viene mantenuto comunque un riserbo assoluto. Mercoledì è intanto in programma l'udienza davanti al tribunale del riesame per alcuni degli arrestati. Nell'ambito dell'operazione Naos sono state disposte dal gip di Perugia 57 ordinanze di custodia cautelare, in carcere o agli arresti domiciliari. Quasi tutte sono state eseguite. Qualche giorno fa uno dei pochi ricercati ancora latitanti si è consegnato spontaneamente ai carabinieri di Assisi. L'operazione è stata eseguita il 13 febbraio scorso. Al centro delle indagini condotte dal Ros, un sodalizio di tipo mafioso collegato al clan camorristico dei Casalesi e alla cosca della 'ndrangheta dei Morabito-Palamara-Bruzzaniti, di cui è stata documentata anche - secondo gli investigatori - la diffusa infiltrazione nel settore economico-imprenditoriale, in particolare nell'edilizia e nel mercato immobiliare. Gli inquirenti hanno inoltre evidenziato metodologie ritenute tipicamente mafiose, nell'ambito del traffico degli stupefacenti, del reimpiego di capitali in attività edilizie, del traffico di autovetture rubate o “clonate”, del riciclaggio di assegni falsificati. Condividi